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PENSIERI SCIOLTI

Rigenerare oggi la fede cristiana
Francesco Marini
a cura di: Annibale Marini e Francesco Grasselli
pp. 172. f.to A5 anno 2023 € 15,00

Collana Opere dello Sprito n.9

 Francesco Marini, nato il 19 settembre 1940 a Venagrande (Ascoli Piceno), nel 1956 entrò nell’Istituto dei Missionari Saveriani. Laureatosi a Roma, fu chia-mato a insegnare teologia presso lo Studentato degli stessi Saveriani a Parma. Nel 1976 partì per l’Indonesia. Rientrò in Italia nel 1983 prima come Consigliere, poi per 12 anni come Superiore generale. Concluso questo mandato, nel 2003 tornò in Indonesia. Durante una vacanza ad Ascoli Piceno, nel 2015, ebbe un forte peggioramento di una displasia midollare e si trasferì alla Casa Madre dei Saveriani, a Parma. Qui morì il 24 maggio 2016. Scrisse i Pensieri sciolti negli ultimi anni di vita (2012-2016), dopo aver anche partecipato a diversi meeting di teologi sul futuro della missione.
PENSIERI SCIOLTI RIGENERARE OGGI LAFEDE CRISTIANA

Il testo Pensieri Sciolti è una raccolta di riflessioni personali, che Francesco Marini ha iniziato a scrivere il 21 maggio 2012 e che ha continuato fino a poche settimane prima di morire, il 24 maggio 2016. Si tratta di pensieri slegati l’uno dall’altro, occasionati dalle letture che faceva (vedi le diverse citazioni, come ad esempio la rivista “Tablet”, i testi del suo amico teologo Andrés Torres Queiruga, ecc.), oppure anche da riflessioni che prendevano spunto da particolari esperienze (come ad esempio, al n. 63, il suo ricovero improvviso nel reparto di ematologia dell’ospedale di Ascoli Piceno). Si tratta di testi scritti “di getto”, senza preoccupazione per lo stile, totalmente libero e informale. Ad esempio, contengono continue abbreviazioni, periodi non sempre lineari, parole o frasi non sempre corrispondenti alla forma corretta che dovrebbero avere in italiano. Tutto sembra concentrato sulle idee, sull’essenziale, come direbbe lui.
In diverse occasioni Francesco mi ha parlato di queste riflessioni che andava scrivendo, fino a dirmi esplicitamente che “quando sarà il momento …” le avrebbe volute affidare a me. In realtà, si riferiva all’intero archivio che conservava nel suo pc, con tutta una serie di articoli di riviste e di autori che lui seguiva, ma anche con le cose che lui stesso scriveva in diverse occasioni. Mi accennava a una cartella in particolare, intitolata “cantiere”, e poi ancora più specificamente proprio al suo scritto Pensieri sciolti.
Mi sono sentito onorato di questa sua scelta e mi sono chiesto perché avesse pensato proprio a me. Man mano che la sua malattia avanzava, un’altra domanda è diventata ancora più impellente, tanto che a un certo punto, in modo un po’ timido, gliel’ho anche posta direttamente: cosa vorresti che io facessi con questi testi? “Quello vedi tu” – è stata la sua risposta semplice, libera e liberante. Non aveva nessuna aspettativa particolare, nessuna richiesta precisa. Tanto che a un certo punto ho pensato che più che consegnarmi uno scritto mi volesse affidare una ricerca esistenziale, un orientamento, lasciandomi però la libertà di farne qualcosa di mio, personale.
La pubblicazione di questo scritto è di certo per me un modo molto importante di rispondere all’atto di affidamento di mio zio. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’assiduo impegno, competenza e creatività di Francesco Grasselli, che ringrazio pubblicamente..... [...] Francesco era una persona discreta e mostrava molto ritegno nell’esprimere le sue idee, soprattutto nei confronti di persone semplici che magari avrebbero potuto non comprendere. Nel corso degli ultimi anni, pur conservando sempre questa caratteristica, ha avvertito una libertà crescente – direi quasi un bisogno urgente – di dire fino in fondo quello che pensava, forse sentendosi anche liberato dai diversi ruoli istituzionali che aveva dovuto ricoprire. In questo suo testo lui parla da semplice cristiano, ma forse, ancora di più, da semplice uomo davanti alle questioni centrali della vita. E anche quando il suo giudizio sulla chiesa è severo – ma non per questo non sofferto – le sue parole cercano una prospettiva positiva, verso una piena realizzazione del Vangelo e verso un’umanità più matura. Per certi versi, questa sua parabola mi ricorda quella del cardinal Martini, che poco prima di morire rilasciava l’ultima intervista in cui denuncia che “la chiesa è indietro di 200 anni”.

dalla prefazione di Annibale Marini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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