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97888866150497 Andrea Panerini, ITALIA PAESE CRISTIANO? p. 74 ill. €. 9,00 Bross.. Opere dello Spirito n. 3

Andrea Panerini

(Piombino, 1983) è pastore, scrittore e storico. Laureato in Storia all'Università di Firenze e in Teologia presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma, è Vescovo Primate della Chiesa Protestante Unita, denominazione luterana di lingua italiana e ne è pastore a Firenze, Roma e Terni. Considerato come il maggior esperto italiano della religiosità di Giuseppe Mazzini ha pubblicato numerosi testi di poesia e di saggistica tra i quali segnaliamo la curatela del volume di Giuseppe Mazzini “Dal Concilio a Dio e altri scritti religiosi” (Claudiana, Torino, 2011), “Mazzini e Lamennais. La Spiritualità del Progresso” (La Bancarella, Piombino, 2016), “Elementi così sospetti e poco desiderabili” (La Bancarella, Piombino, 2012), “Italia, paese cristiano?” (La Bancarella, Piombino, 2012) e “Semper Reformanda. Per un (nuovo?) protestantesimo” (La Bancarella, Piombino, 2016). Ha anche curato il classico manuale di omiletica di Bruno Rostagno “Predicare. La fede nasce dall'ascolto” (La Bancarella, Piombino, 2013) e scritto un saggio su “Il DioMazzini” nell’antologia di saggi “Mazzini. Vita, avventure e pensiero di un italiano europeo” (Silvana editrice, Milano, 2013) a fianco di studiosi di livello nazionale ed internazionale quali Giuseppe Monsagrati, Roland Sarti e Anna Villari. È docente di Storia del cristianesimo e Teologia pastorale presso l'Istituto Teologico Protestante “Filippo Melantone” ed è membro dell'Ordine Ecumenico dei Fratelli e delle Sorelle della Conversione del Cuore (francescano). È direttore della Collana Opere dello Spirito dell'editrice La Bancarella.

 

 

 

 

 

 

IL RAGAZZO DEL CENTURIONE FEDE CRISTIANA E ORIENTAMENTI SESSUALI

 

Un testo da portare con sé,
da leggere e rileggere

«E lui alla fine ha ceduto, quando aveva quindici anni, e mi ha donato non solo il suo corpo ma la sua anima, la sua amicizia, la sua gioventù. Abbiamo fatto l’amore tremando, da giovani innamorati e da allora siamo un cuore e un’anima sola. È stato lui a parlarmi di questo concetto greco di anima e, quando ci siamo trasferiti in Giudea, a spiegarmi il Dio degli ebrei, un Dio unico e geloso ma anche misericordioso e pieno d’amore. Notti intere, dopo l’amore, a parlare di storia, di poesia, di filosofia e di religione, acculturando un povero ignorante, conoscitore solo delle armi e delle trivialità degli accampamenti, come me. »

Così si apre Il ragazzo del centurione con la descrizione passionale, intensa e molto tenera tra un uomo, un centurione romano e un giovane, appunto, il ragazzo del centurione.
È l’ultima fatica di Andrea Panerini, Vescovo luterano della Chiesa Protestante Unita, preside dell’Istituto Teologico Ecumenico “Filippo Melantone”, e non ultimo un mio caro amico. Un piccolo gioiello. Un tascabile da portare con sé, da leggere e rileggere.
Non esistono in libreria testi di questo tipo: l’Autore ha avuto la capacità di condensare tutto in poche pagine, una introduzione alla terminologia del gender, dell’identità personale e dell’orientamento sessuale, spiegazioni esegetico-bibliche, aspetti spirituali e pastorali, nonché una panoramica sul modo in cui le Chiese si rapportano alla questione omosessuale. Il tutto scritto con precisione, ma in modo che fosse accessibile a tutti. Di un testo così ne avevamo bisogno.
Il ragazzo del centurione è un testo appassionato, scritto con la mente e col cuore, in cui si percepisce non solo l’intelletto di Andrea, ma la sua spiritualità, il suo pathos. Ci sono brani innovativi di profonda intensità spirituale come quello sul concetto di “fecondità”. Due passi mi hanno colpito in particolare:La sessualità è fertilità non solo biologica ma anche emotiva, agapica e relazionale.
[la riflessione biblica] ci ricorda come anche l’Amore di Dio è relazione ed è fecondità, ma non è evidentemente biologico. La relazione è dunque fecondità, è creatività. Interessante quindi anche la critica al riduzionismo biologico:

In un mondo in cui tutto si misura per quanto è produttivo, per quanto produce rispetto al mercato, forse è di conforto sapere che Dio non guarda noi e le nostre relazione in quest’ottica capitalistica ma con la consapevolezza che ognuno di noi è un essere unico e irripetibile: e ci ama proprio per questo.

Andrea, da buon protestante non solo ci offre una proposta positiva, ma mette a nudo le ipocrisie dei cosiddetti “benpensanti”:

Per essere molto chiari bisogna subito riconoscere una cosa: la Scrittura ebraica parla molto più frequentemente di altre cose, per esempio di giustizia (soprattutto di giustizia sociale) che non di sesso e, nel caso specifico, di atti omosessuali. Nell’Antico Testamento la parola giustizia (nelle sue varianti) ricorre almeno 336 volte contro i soli 2 versetti in cui si parla esplicitamente di condanna dei rapporti fisici omosessuali. E quando ci mette in guardia da: prevenire una biblioiatria, ovvero un culto del libro stesso, che deve essere letto ed interpretato dal credente non secondo le proprie convinzioni personali ma alla luce dell’intervento dello Spirito Santo.

Ancora, a proposito dei due versetti del Levitico afferma:
Oggi chi tira in mezzo questi due versetti dovrebbe avere la coerenza di attenersi scrupolosamente a tutti i precetti dell’Esodo, del Levitico e del Deuteronomio, ovvero le famose 613 ?????) mizvot), altrimenti è chiaro che questo è un uso strumentale, ipocrita ed offensivo della Sacra Scrittura che tende a ridicolarizzarla e a non vedere il grande progetto d’amore di Dio verso l’umanità che si dipana in tutta la Scrittura al di là delle singole prescrizioni. Sfata il mito di una sessualità imbalsamata esclusivamente sull’elemento spirituale: L’amore erotico, carnale e sentimentale è il tema di queste pagine e questo ci testimonia quanto la Bibbia possa continuare a scandalizzare ancora oggi ipocriti e benpensanti. Infine, a proposito di certe traduzioni Andrea afferma: «la storia delle traduzioni bibliche su questi termini sia stata ideologica e molto libera».
Molto utile anche il capitolo che introduce brevemente ma efficacemente al modo corretto di comprendere la Bibbia:

Del metodo storico-critico dobbiamo necessariamente fare ricorso se non vogliamo che il divieto di giacere con una persona dello stesso sesso (Levitico 18,22) sia normativo per noi come la possibilità di vendere la propria figlia come una schiava (Esodo 21,7), la proibizione di indossare vestiti di più tessuti (Levitico 19,19) o di mangiare crostacei (Levitico 11,10).

Merita quindi un'attenzione particolare la profonda esegesi biblica che smonta pezzo per pezzo le falsità che si sono costruite sulla Bibbia e che non sono frutto di una corretta esegesi, ma di giudizi, pregiudizi e stereotipi culturali. Vediamone alcuni:
Sodoma e Gomorra: non si parla di omosessualità, ma di ingiustizia sociale e rifiuto di ospitalità, in un mondo in cui la vita del viaggiatore dipendeva letteralmente dalle capacità altrui di ospitalità. Questa interpretazione è attestata dalla Bibbia stessa in tutte le altre citazioni dell’episodio di Sodoma e Gomorra.
Levitico: si tratta di versetti da contestualizzare nell’ambito della concezione cultuale di purità, non come un comandamento eterno.
Romani: si tratta di un contesto storico in cui Paolo non condanna l’omosessualità in quanto relazione affettiva, ma certi atti omosessuali, frutto di violenza, prevaricazione e spesso punizione, e perché no, perversione quando commessi da persone eterosessuali. Può sembrare un paradosso, ma è contro natura ed è perversione anche l’atto eterosessuale commesso da una persona omosessuale.
1) Corinzi e 1)Timoteo: qui il testo parla di effeminati, ma è dimostrato che si tratta di una traduzione falsa e tendenziosa, intellettualmente sbagliata. Dobbiamo anche riconoscere che a differenza di altri pensatori che scrivono a proposito di Bibbia e omosessualità, Andrea è intellettualmente onesto. Molti stiracchiano alcuni episodi cercando di far dire al testo ciò che il testo non vuole dire al fine di cercare nella Bibbia una qualsiasi forma di giustificazione. Dobbiamo dare ad Andrea il merito di non aver intrapreso questa strada, ma di essere rimasto fedele al testo.

Io auspico che Andrea possa scrivere anche una versione più elaborata, che possa parlare anche ai ministri e ai teologi di altre Chiese mostrando una prospettiva differente. Andrea conclude la sua introduzione al testo come segue:

Ho scelto volutamente di approcciarmi nella maniera la più possibile divulgativa, pur nel tentativo di rimanere in un rigore di analisi storica, filologica e teologica, prendendo sul serio la Bibbia e allo stesso tempo tentando di spiegare il reale contesto dei passi che condannano l’atto omosessuale assieme ai passi che dichiarano, come quello del centurione e del suo ragazzo, lo sguardo d’amore che il Signore ha verso tutte le Sue creature. Spero di essere riuscito, almeno parzialmente, nel mio intento. Secondo me ci sei riuscito alla grande! E di questo te ne sono grato, come penso e spero, te ne saranno grati in molti insieme a me.

Diac. Giampaolo Pancetti
Firenze, 9 Giugno 2022

 

 

 

97888866150497 Andrea Panerini, ITALIA PAESE CRISTIANO? p. 74 ill. €. 9,00 Bross.. Opere dello Spirito n. 3

ITALIA PAESE CRISTIANO?

L'Italia è un paese cristiano? Lo è mai stato? Sotto tanta retorica si scoprono molte vergogne e molti scheletri nell'armadio nel nostro paese. Questo volume di Andrea Panerini, lungi dal dare un programma politico o dal fare facile populismo, cerca di fissare i veri "punti irrinunciabili" per un cristiano che vive nel nostro paese attraverso la visione di una nazione più giusta, laica e solidale.

"Dunque, mi sembra, predichiamo l’Evangelo di Cristo, quello sì in tutta la sua radicalità e universalità, in vista non di una società migliore, ma della fede. E “cerchiamo il bene della città” con una politica laica, faticosa, concreta, nell’agorà, nell’interlocuzione di ragioni diverse e talora opposte, che sappiano però trovare un accordo non sul Vero (nessun Vero), ma sul massimo di equità, giustizia, libertà e solidarietà possibili per tutti. Il pamphlet di Panerini con il suo radicalismo cristiano apre una discussione. A noi di proseguirla." (dalla prefazione di Daniele Garrone)

 

Daniele Garrone (Perosa Argentina, 1954), biblista, pastore valdese, è uno dei maggiori esperti dell'Antico Testamento in Italia. E' professore ordinario presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma di cui è stato anche decano dal 2003 al 2010. Ha fatto parte del gruppo dei traduttori dell'Antico Testamento in lingua corrente interconfessionale TILC (1976-1984), curando la traduzione di 1 Re e 2 Re, del Cantico dei Cantici e la revisione di Salmi, Giosuè, Giudici, 1 e 2 Samuele, 1 e 2 Cronache ed è stato presidente della Società Biblica in italia. Tra i suoi principali ambiti di ricerca la nuova critica sul Pentateuco e il dialogo ebraico-cristiano. Si segnalano, tra le sue pubblicazioni, "Il poema biblico dell'amore tra uomo e donna. Il cantico dei cantici" (Claudiana, 2004, seconda edizione) e "Il Miserere. Salmo 51" (Marietti, 1992). E' stato anche consulente della Lux Vide e della RAI per il progetto cinematografico "Le storie della Bibbia".

 

 

 

 

 

 

9788866150343 Andrea Panerini, Elementi così sospetti e poco desiderabili” Le persecuzioni razziali in Val di Cornia (1938 -1945). p. 66 ill. €. 9,00 Bross.. Bib. Libro Volante n. 2 2012

ELEMENTI COS'ì SOSPETTI...
Nelle località costiere della nostra provincia e specialmente in Castiglioncello e Quercianella si vanno trasferendo intere famiglie ebree, alcune delle quali si sono assicurate per abitarvi, anche isolate ville sul mare. Mi sembra che la presenza di elementi così sospetti e poco desiderabili in zone di indubbia importanza militare non sia da tollerarsi anche perché non influisce in modo tranquillizzante sullo stato d'animo della popolazione, e perciò, nel segnalarvi quanto sopra, mi permetto di prospettarvi l'eventualità di una Vostra azione diretta ad inibire il trasferimento di ebrei sul nostro litorale. "Ecco come venivano visti gli ebrei toscani nel dicembre 1923 dal federale fascista di Livorno." In questo volume Andrea Panerini ripercorre la vergognosa storia delle leggi razziali in Italia, degli ebrei di Piombino e della Val di Cornia, delle soffitte dell'Ospedale di Campiglia dove vennero internati dopo l'8 settembre 1943. Una pagina della nostra storia da far rivivere, per non dimenticare.

 

 

 

 

 

 

 

9788889971543 Lotto Nicola, Silenzio, p. 68 € 9,00 Bross., Poesia n. 13 2009.
Poesie sparse
 
La pubblicazione, è disponibile anche come e-book ripercorre cinque anni della poesia di uno dei giovani autori più significativi del panorama nazionale, già direttore per sei anni della collana poetica delle Edizioni Il Foglio e curatore di opere scritte da poeti del livello di Peter Russell, Ivan Fedeli e Maribruna Toni oltre che storico del pensiero politico e saggista, e si fregia in appendice di commenti, osservazioni e appunti (spesso non modificati) dello stesso Panerini.
La raccolta, divisa in cinque sezioni per ordine cronologico, si compone di liriche riprese dai tre precedenti volumi dell’autore, rielaborati con spirito filologico e con una giusta dose di innovazione, oltre che da due preziosi inediti. Attendendo la raccolta nuova di zecca che uscirà entro la fine del 2006 o, al più tardi, nel primo semestre del 2007, è stato lo stesso autore che ha sollecitato, viste le pressanti richieste di molti lettori e il cessato rapporto con il precedente editore, questa edizione di pregio, stampata in un numero limitato di copie (tranne eventuali ristampe determinate dal mercato), firmate una per una.
La poesia di Andrea Panerini si caratterizza per una ripresa della tradizione novecentesca e una marcata propensione per la poesia erotica e d’amore, ove la connotazione omosessuale è forte seppur universalistica. L’Autore si potrebbe definire un decadente postmoderno in cui la classicità si unisce alla lezione modernista. Sono parole fulminanti, che nascono dal vivere quotidiano, da lunghi tristi silenzi e da un diffuso pessimismo verso il mondo contemporaneo visto nella sua piena decadenza e nelle sue nuove barbarie. Solo il ricordo, in un passato classico, seppur anche doloroso, è dolce e familiare, come è familiare il libeccio che sconquassa gli alberi della natia Piombino. Un’occasione imperdibile per scoprire il mondo intimo del poeta toscano.

97888897163

Panerini Andrea, Litanie Arabe, p. 28 € 7,00 Bross., Poesia n. 19 2010.

Litanie arabe
Questo piccolo volume di poesia di Andrea Panerini, arrivato dopo anni di silenzio del poeta toscano, è un contributo non solo poetico ma anche civile alla discussione culturale nel nostro paese. In un tempo – il nostro – intriso di crociate, Panerini ci riporta alla fusione di culture, di odori, di passioni che è alla base della comune identità mediterranea e che trascende caratteri religiosi e razziali, portandoci alla radici della nostra civiltà. Al tempo stesso, pur nella loro carnalità e sensualità tipica del nostro autore, questi versi ci elevano verso una intensa spiritualità cristiana: l'uomo è destinato a soffrire e a sbagliare ma in Dio vi è l'ultima e più grande consolazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

.MAZZINI E LAMENNAIS
La spiritualità del Progresso
Andrea Panerini
pp. 104 anno 2016 € 10,00
EAN 97888661401
Collana Mazziniana n. 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAZZINI E LAMENNAIS La spiritualità del progresso

Nell'esaminare i due masterpiece dei nostri autori è doveroso rimarcare anche la differenza cronologica che separa i due scritti. Entrambi hanno avuto in varie epoche larga diffusione e furono considerate alla stregua di testi sacri dai seguaci dei due pensatori. Entrambi sono stati concepiti e scritti nella maturità della vita dei propri autori. Entrambi sono condizionati da un'etica del dovere che ha le proprie origine nella morale cristiana. E tuttavia non mancano corpose differenze.
Le Livre du peuple fu pubblicato da Lamennais nel 1838 come ultimo atto della netta presa di distanza dal precedente oltranzismo montanista avvicinandosi a visioni comunitaristiche che anticipano le posizioni che prenderà come deputato durante la breve Seconda Repubblica (1848-1849).
I Doveri dell'uomo furono raccolti nella versione definitiva nel 1860. In essi nulla è particolarmente nuovo ma è riassunto il pensiero etico-sociale mazziniano in prospettiva polemica contro la visione marxista della società, polemica che era totalmente assente nel 1838 nello scritto lamennaisiano e che porta Mazzini ad esasperare alcuni temi contrari alla lotta di classe.
Scopo di questa ricerca, mia tesi di laurea alla Facoltà valdese di Teologia nel 2014 sotto la guida del professor Lothar Vogel, è indagare i rapporti e le reciproche influenze che Félicité de Lamennais e Giuseppe Mazzini hanno vissuto e si sono scambiate in oltre vent'anni di rapporti epistolari.
È abbastanza scontato, percorrendo le loro biografie, che il già anziano Lamennais abbia influenzato il giovane Mazzini e non viceversa. Ma se seguiamo attentamente il percorso di questa ricerca scopriremo che questo rapporto di dipendenza – evidente – è meno assoluto e incondizionato di quanto possa sembrare e che lo stesso francese sarà di fatto, in qualche modo, condizionato dal discepolo italiano. Per prenderne le distanze quando questi spinge troppo avanti ma anche per chiedere un supporto organizzativo quando le avvisaglie del 1848 cominciano a farsi sentire in modo prepotente.
Pur avendo due modi di concepire la religione assai diversi, Lamennais e Mazzini porranno le basi per un cristianesimo democratico e aperto alle massi popolari, una religione del Progresso dove le sorti dell'Umanità sono e saranno magnifiche in quanto il risveglio dei popoli, delle nazioni, attraverso - e questo è parte dell'insistenza mazziniana per l'educazione - l'emancipazione culturale e sociale delle masse.
Lamennais e Mazzini scandalizzano ancora oggi. Forse scandalizzeranno sempre nella loro franchezza, il primo per il suo progressismo antigerarchico e il secondo per il ribaltamento dei rapporti tra Dovere e diritti, il primo per una vita all'inseguimento della Verità nel cambiamento del proprio pensiero e il secondo per una coerenza spinta fino al sacrificio di una vita d'esule, il primo per aver predicato che Cristo è il Signore, il secondo per aver negato la divinità di Gesù ma al tempo stesso è il profeta di una nuova umanità.
Ma lo scandalo, come testimonia l'apostolo Paolo, è parte integrante e fondamentale della fede cristiana: «noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia» (1 Corinzi 1,23).
Due autori che scandalizzano oggi in maniera proporzionale a quanto sono stati dimenticati ieri nella biografia della nostra Nazione, sempre alla ricerca di facili taumaturghi invece di concentrarsi sui valori essenziali che dovrebbero costituire la Nazione stessa.
Come potrete vedere, la ricerca non è stata semplice e non è priva d'incompletezza: molta parte dell'epistolario di Lamennais non è facilmente usufruibile da parte dello studioso italiano oltre a non essere tradotto, un'analisi ed un confronto più accurato dei testi dei due autori avrebbe forse portato frutti più copiosi su questo tema anche se avrebbe esulato anche dalle dimensioni e dallo scopo di questa ricerca che è quella, in maniera rigorosa eppure il più possibile divulgativa, di mettere il lettore a confronto di questi due grandi autori per la prima volta.
La tesi è stata rimaneggiata per successive scoperte, per semplificare e cercare di limitare il linguaggio troppo accademico.
In tutta questa parzialità sono orgoglioso, nel piccolo, di aver posto all'attenzione un rapporto spesso ridimensionato o non approfondito anche da importanti studiosi del pensiero mazziniano e di poter riscoprire in Italia, anche se in parte infinitesimale, una figura come Lamennais, oscurata dal silenzio e dalle censura da parte della Chiesa romana.

Andrea Panerini
Firenze, 20 gennaio 2016

 

 

 

 

 

 

 

 
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