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 La Pagina di: Lorenzo Favilli

 Tre in una notte

Alla ricerca di Zelda

 Un racconto omaggio per i lettori...

 

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EAN 9788889971222 Favilli Lorenzo, Tre in una notte, p. 64 ill. € 10,00 Bross., Infanzia n. 3 2007.
 

Tre in una notte
Tre fiabe da leggere tutto d'un fiato prima di dormire: è il nuovo libro di Lorenzo rivolto ai bambini di tutte le età. Tre storie nate sotto l'ispirazione della fervida fantasia dell'autore agganciata alla realtà e diretta a far scoprire ai bambini il piacere di leggere e di fantasticare, cosa necessaria per una corretta crescita intellettuale, specialmente in un mondo in cui l'aridità e il linguaggio degli slogan pubblicitari sono l'unica forma di cultura che veicola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EAN 9788889971000 Favilli Lorenzo, Alla ricerca di Zelda e altri racconti, p. 100 ill. € 12,00 Bross. Infanzia, n. 1 2006.
 
Alla ricerca di Zelda e altri racconti e una commedia..
Lorenzo Favilli è nato il 20/06/1970.
Comincia a scrivere racconti all’età di 11 anni.
Nel 1986 scrive «Giorni di guerra», un racconto ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, che spedirà alla rivista «Racconti». Alla scrittura si mescola la passione per il cinema e per il teatro.
Si laurea in matematica nel 1994. Niente però lo allontana dalla sua prima passione e perciò continua a scrivere. Nel Dicembre 1995 riesce a realizzare un cortometraggio, «Io per Lei». Ancora però decide di non pubblicizzare niente: il tutto rimane a livello amatoriale.
1996, Lorenzo svolge il servizio civile presso il centro di socializzazione di Fivizzano, l’incontro, forse un po’ magico e sicuramente intenso con i ragazzi disabili, lo porta a scrivere la sua prima commedia «Rose, teatro che passione».
Nello stesso periodo una compagnia di dilettanti di Campiglia Marittima cerca un autore locale per rappresentare le sue opere, il gioco è fatto. La commedia riscuote grande successo, soprattutto tra un pubblico giovanile. Lorenzo a questo punto riceve dalla SIAE il riconoscimento di autore teatrale e può iscriversi alla sezione D.O.R. L’anno seguente continuano le rappresentazioni di due atti unici: «La soffitta» e «Mia cara zia », il tema conduttore è sempre quello dei rapporti umani e l’attenzione è rivolta verso coloro che hanno sempre difficoltà ad essere accettati dal mondo circostante. Il periodo è prolifico, seguiranno: «Buon anniversario, «Miei cari pesci» e «Sala d’attesa», che però rimarranno inedite. La collaborazione con la compagnia non prosegue e Lorenzo si prende un periodo di pausa. Nel frattempo si sposa e nasce Edoardo.
Nel 2003 decide di entrare a far parte della compagnia teatrale «Forza Venite Gente». L’ispirazione torna e nascono così «Senza Di Lei» e «Il viaggio di Anna». due commedie incentrate su personaggi femminili: il primo quello della madre, che cerca di aiutare la propria famiglia a riprendere un cammino difficile, la seconda riprende il tema del viaggio come modo per incontrare il mondo e la voglia di un equilibrio interiore.
Segue «Piccolo Miracolo», commedia musicale ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e volta ad esaltare il tema dell’amore come punto di forza per vincere ogni avversità.
«Tra luci ed ombre», commedia ironica dedicata al teatro stesso, conclude questa fase letteraria. Uno spiacevole evento, la morte di una persona cara, lo spinge a scrivere una commedia per bambini ed adulti, «Alla ricerca di Zelda», pubblicata in questo libro e finalista al concorso letterario «Il Marengo d’oro»; la fiaba è un po’ la voglia di urlare al mondo la capacità e la volontà di noi uomini per poter riuscire a vincere il male che ci circonda.
Seguiranno le fiabe, sempre pubblicate in questo libro, «La casa di Burro», «Ambarabà» e «Griselda e Malibù-Un’avventura tra le stelle».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Come in America...
Unracconto omaggio per i Lettori...

  

NAPOLEONE

Mio padre era un tipo particolare, alcuni dicevano artistico.
Mi ricordo di quella volta che decise d’andare a fare un provino per un film, che giravano nella nostra zona.
Mi disse se volevo parteciparvi anch’io, ma la mia timidezza era tanta che rifiutai subito, senza possibilità d’appello.
Talvolta, per questa ragione, affermava che ero un po’ scorbutico.
Mia madre era quella che guidava sempre la macchina, “il babbo è distratto”, sottolineava lei; fatto sta che andavamo in giro sempre al contrario, mamma alla guida e babbo al posto del navigatore.
Forse, ora che ripenso a quei tempi, posso dire con certezza che mio padre fosse un navigatore della vita nel senso più bello della parola, andava al di là delle convenzioni e si buttava a capofitto a coltivare le sue passioni.
Anche per questo, credo che mia madre lo ammirasse moltissimo.

Dicevano che in quel periodo della mia vita, quasi sei anni compiuti, fossi un bimbo estremamente polemico e con la voglia di mettere in discussione qualunque cosa, ma quel giorno dentro di me provai una certa emozione nel vedere mio padre spiccare tra tutta quella gente messa in fila in stato d’attesa: avevo l’idea che lui ce la potesse fare.

Noi aspettammo fuori.

Ogni tanto ci guardava, era una persona seria, intimava timore, però in fondo quando mi guardava, nei suoi occhi vedevo sempre un sorriso e questo mi faceva star bene.
Non so dire se fosse un bell’uomo da fare l’attore, come dicevano quando uno sembrava nato apposta per bucare lo schermo, però aveva molta mimica e sapeva recitare.

Mia madre, anche se consapevole che tutto questo era un divertimento, direi un gioco, era in ansia ed agitata.
Mai avrebbe montato un palco di un teatro o fatto una comparsa in un film, però le piaceva che mio padre riuscisse a farlo.

Dopo un certo tempo d’attesa decidemmo di andare a farci un giro: appena pronto ci avrebbe chiamato.

In quei minuti che passarono da quando lo lasciammo lì e tornammo a prenderlo la mia testa cominciò a navigare nell’immaginazione: forse gli faranno fare la parte di un generale, forse addirittura di Napoleone, dal momento che, se non ricordo male, il film era ambientato nei primi dell’Ottocento.

Per confonderci io e mia madre ci precipitammo a comprare un gelato e ci fermammo anche a guardare il mare.
Con lei vicina sarei andato in capo al mondo, era la mia forza e il mio motore che rallegrava le mie giornate. Talvolta la facevo arrabbiare, ma era più forte di me, io volevo essere uno spirito polemico e basta.

Finalmente l’ora d’attesa passò.
Tornammo alla sede del casting e, come per magia, dal finestrino della macchina vidi uscire mio padre, “È già pronto, dai mamma sbrighiamoci!”, volevo sapere cosa fosse successo.

Noi eravamo arrivati e lui aveva appena finito il provino, una coincidenza perfetta.
Salii in macchina, sereno e un po’ divertito, però soddisfatto di quello che aveva fatto.
Io subito gli vomitai addosso una valanga di domande, su chi ci fosse, su cosa gli avessero affidato, ma non poteva saperlo ancora.
“Perché non sei venuto con me?” mi disse ancora una volta ed io mi azzittii subito un po’ scocciato, a lui sembrava tutto facile e semplice.

Nel viaggio di ritorno ci parlò della buffa gente che aveva incontrato. Così come sempre passò un bel pomeriggio d’estate, con la consapevolezza che mio padre sapeva, anche involontariamente, cancellare la noia che, eventualmente, avesse voluto far capolino anche in un giorno di luglio.

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