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 EAN 9788866151586

RICORDI MOSAICO IN BIANCO E NERO Marisa Pieroni A5,  pp. 56 anno 2017 € 6,00

Collana Nuovi Autori n. 41

 

RICORDI, MOSAICO IN BIANCO E NERO

La vita di ogni essere umano è costellata di ricordi e più lunga è la vita e più sono i ricordi, e più si è sensibili e più si vivono intensamente le proprie emozioni, maggiori sono i ricordi. I miei sono tanti!
Come tante piccole tessere di un mosaico essi fluttuano nel profondo della psiche, si disper-dono, si cercano, si sovrappon-gono. Ogni tessera è legata ad un ricordo specifico che riguarda persone, fatti, avvenimenti, gioie e dolori provati.
A volte il ricordo di certi episodi è cosi nitido e vivido che mi sembrano accaduti ieri, a volte faccio fatica perché i ricordi si confondono, sono solo dei fram-menti di una tessera di un mo-saico difficile da ricomporre.
In questo miscuglio di sensazioni spesso la realtà si confonde con la fantasia e la fantasia si confonde con la realtà. Scrivendo ho messo insieme tutti quei tasselli più significativi fatti di luci e di ombre che mi hanno permesso di ricomporre il mosa-ico in bianco e nero della mia vita.


Il nonno lo chiamavano “il Pipi”, altri “il Turco”, chissà mai perché.
Non sapevo spiegarmi questi strani soprannomi da dove derivassero tanto più che, chiamandosi Egisto, il suo nome era piuttosto banale e usuale.
Avevo chiesto ai miei genitori spiegazioni in merito, ma, o non me ne avevano date, oppure queste erano state alquanto vaghe e incerte.
«Non vedi com’è scuro di pelle e di occhi e che carattere intrattabile ha? Per questo lo chiamano “Il Turco”!»
Mi spiegava mia madre adducendo al suo aspetto fisico e al suo temperamento tutte le note negative riscontrabili nel suo modo di vedere e pensare in un turco.
«E “il Pipi”?»
Insistevo io. Mah, forse perché fumava sempre la pipa! Era veramente un uomo intrattabile, scontroso ed irascibile; di poche parole, sempre di malumore, non aveva mai un gesto o una parola affettuosa verso niente e nessuno. Neanche verso noi nipoti che, in quanto femmine, ci chiamava in modo dispregiativo “le tre piscione”!

 

 

 

 

 

EAN 97888661296

STORIA DI UN GRANDE AMORE

Lettera di una nonna alle nipotine, Marisa Pieroni, A5. pp. 40 anno 2016 6,00, Collana Nuovi Autori n. 37

 

 

 

 

STORIA DI UN GRANDE AMORE

Lettera di una nonna alle nipotine

 

Un'altra lettera alle nipoti sì, ma a differenza di altre non è un invenzione letteraria, ma pura vita che, Marisa, di getto ha scritto per un irrefrenabile bisogno di condi-visone, ma soprattutto di testimonianza per le sue nipoti, e i giovani di domani che dovranno affrontare nel futuro, quell'esplosione di sentimenti che si chiama Amore.

Questo di Marisa non è un artificio letterario per poter pubblicare un libro. É la irrefrenabile necessità di una nonna che dall'alto della sua esperienza di vita vuole indicare alle nipoti, quali sono i valori da considerare in questo mondo, che ormai ne è quasi privo per un falso senso di libertà, dove tutto è permesso e niente è per sempre. Questa lettera non è neanche una questione morale, ma solo la riflessione di chi una vita l'ha già vissuta veramente; e non sullo schermo tv o del cinema o di internet, dove tutto è ridotto ad un semplice videogioco senza vinti e vincitori, generando persone disadattate che non sanno nemmeno dove cessa la fantasia e inizia la realtà; e da qui il dividersi, l'uccidere e il suicidarsi sembra solo la continuazione di un gioco di cui ne sono attori inconsapevoli, ma con un bella differenza, giacché gli attori muoiono e risorgono a loro piacimento mentre questi invece scompaiono per sempre...
Allora, bisogna fermarsi a riflettere, ad ascoltare, ad aprire il cuore alla vera realtà che ci circonda, e alle esperienze di chi ha veramente vissuto e ha gustato il dolce sapore dei veri sentimenti, che molte volte sorgono dal cuore all'improvviso. Ascoltare il proprio corpo è la regola fondamentale che sola può dare un senso alla vita, farci godere, gioire e magari anche soffrire ma tutto per perseguire il vero scopo, che è quello di "vivere".


Quel 19 Marzo era una bella giornata di calda primavera e la campagna odorava dell’intenso profumo dei peschi, mandorli e ciliegi in fiore. La mattina passò in fretta e venne l’ora del pranzo. Il pullman di linea, che aveva la fermata proprio alla Canonica Vecchia, con una brusca frenata ci avvertì del suo arrivo e una voce maschile chiamò più volte Giuseppe. Clementina, la mamma di Giuseppe, si affacciò dalle scale ed in fretta ci informò che era arrivato, inaspettato, suo nipote Memi...

 

 

 

 

 

 

 
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