La Pagina di: Aldo Zelli

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IL POPOLO DELLE COLLINE
Aldo Zelli
pp. 204 anno 2022 € 15 ill. B/N
EAN 9788866152415
Collana Infanzia n. 20

Aldo Zelli scrittore piombinese d'adozione a cui è dedicata anche una strada di Piombino nacque nel 1918 ad Arezzo e morì a Piombino nel 1996. Ha vissuto 40 anni in Libia da dove ha tratto molto materiale per le sue storie e romanzi per ragazzi tra cui Kaslan , Lo Schiavo di Tunisi, Le storie di Abu Bakr, non dimenticandosi di scrivere anche libri di genere storico tra cui Diecimila anni fa, La stirpe di Horo, Sotto le insegne di Colombo, Schiava di Babilonia, Larthi principessa etrusca.
Molte alte storie e romanzi ha scritto Aldo anche per gli adulti. Ma i suoi preferiti sono stati sempre i bambini con cui amava dialogare spesso nelle sue presentazioni nelle scuole e nelle librerie. Ha collezionato molti premi ma soprattutto molta stima e un piccolo posto nel cuore di molti bambini ora adulti che ricordano con piacere le sue storie.
Aldo era anche molto amico di Enrico e Stefania della Libreria La Bancarella che ora ha chiuso; ma che continua come casa editrice a ricordarlo, iniziando a pubblicare i suoi libri pieni di fantasia, non trascurando, come ha fatto sempre l'aspetto educativo e pedagogico della lettura.

ZELLI IL POPOLO DELLE COLLINE
Quattro frecce scagliate con veemenza sibilarono nell'aria e colsero le due cerve di sorpresa. Una cadde morente, l'altra imitata dal cerbiatto si diede alla fuga; dopo una breve corsa però barcollò, cadde e rimase immobile sulla neve, mentre il piccolo scompariva fra i cespugli. Gli uomini si appressarono. La prima cerva era morta e la seconda, gravemente ferita al fianco, arrossava con il sangue il suolo nevoso. Per abbreviarle l'agonia Gistar la uccise con una possente randellata sulla testa. Trascurando di raggiungere il cerbiatto, Gistar si accinse a scuoiarle; la tribù avrebbe avuto un sostanzioso nutrimento per più giorni. Rallegrato da questa prospettiva, Gistar disse al ragazzo di dare un'occhiata nelle immediate vicinanze in cerca del cerbiatto. Egli sapeva che quando la madre viene uccisa i piccoli raramente si allontanano dal posto dell'uccisione. Varchis annuì e, armato della sola lancia, si mise ad ispezionare gli arbusti. Frugando fra i cespugli che abbondavano in quel luogo, fu ben presto fuori dalla vista degli uomini intenti a scuoiare le cerve.
All'improvviso, il ragazzo udì come un gemito, come un mugolio di animale ferito. Si immobilizzò all'istante, tendendo l'orecchio: il silenzio gli parve assoluto; stava per muoversi e riprendere la ricerca quando un pianto sommesso, come di bambino impaurito, gli colpì l'udito. Senza indugio, corse verso il fitto arbusto dal quale gli era sembrato giungesse la voce, lo aggirò e si arrestò folgorato, portandosi una mano alla bocca per soffocare un grido.
Ai piedi dell'arbusto, immobili sul freddo terreno, uno accanto all'altro, c'erano due corpi infagottati in folte pellicce...

Questa storia che narra le imma-ginarie vicende di alcune tribù di genti preistoriche, vissute all'incirca otto millenni prima di Cristo è la continuazione ideale di un mio precedente romanzo per ragazzi intitolato “Diecimila anni fa” con numerose ristampe.
I luoghi descritti sono pressoché i medesimi del primo libro: la Grande Acqua è il lago di Garda, il Grande Fiume è l'Adige. Un paesaggio incontaminato, ricco di boschi e animali, di acque luccicanti e pianure cespugliose, di colline disseminate di arbusti e di montagne, tra le quali la misteriosa Montagna di fuoco. Un paesaggio aspro e dolce ad un tempo, quale doveva apparire all'occhio vigile e innocente degli uomini che lo abitavano diecimila anni fa.
Ho descritto uomini, donne e bambini quali io immagino essi fossero allora. Ho descritto la loro vita, le loro lotte e le loro usanze, quali le mie ricerche sull'argomen-to, le mie deduzioni e la mia fantasia di scrittore per ragazzi, mi hanno suggerito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9788889971949 Zelli Aldo, Sinforiano gatto vegetariano, p. 182 Ril. 40 ill. Col. Mapak € 19,90 Rileg. Infanzia n. 5 2010.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sinforiano gatto vegetariano

 

Permettete che mi presenti. Mi chiamo Sinforiano e sono un bel gatto. Tutto grigio perla, con le orecchie e la coda che danno sul marroncino, il ventre bianco e, chissà perché, la zampa anteriore destra curiosamente giallastra. Ho il pelame morbido e folto, ereditato da un mio remoto antenato che era un gatto d’Angora.
Nacqui qualche anno fa, in una cesta di foglie di palma: una cesta senza fondo che la padrona di casa aveva gettato via considerandola inservibile.
Questa cesta era andata a finire sotto una siepe di fico d’India.
La siepe delimitava un ampio giardino in mezzo al quale sorgeva la grande casa di Sceck Mansur ben Daud. Il giardino e la casa erano a circa tre chilometri da una bella cittadina della Tripolitania, chiamata Zavia.
Mia madre si chiamava Chitta che in lingua araba vuoi dire gatta, e veniva considerata un po’ ladra. Le malelingue dicevano che andasse rubacchiando in casa quanto di commestibile poteva trovare. Il che non è affatto vero. Erano tutte malignità messe in giro dagli altri animali del giardino, invidiosi del fatto che a mia madre non si richiedeva di portare some al mercato come il somarello, né di dare il latte come le mucche, né di deporre uova come le galline, né di fare la guardia e abbaiare come i cani.
Erano pure e semplici malignità, che tutti credevano però. Tant’è vero che se mia madre si azzardava ad affacciarsi all’uscio della cucina, tutti facevano a gara a tirarle sul groppone ciabatte e pezzi di legno, oltre alle ingiurie che nessuno le risparmiava.
«Timsci! Ya hanba. Barra! Ya chitta askarsusa», cioè: vattene! Ladra. Fuori! Gatta malandrina.
Invece mia madre, poverina, si nutriva di topi e di lucertole.
Persino di locuste quando non trovava di meglio. La giudicavano ladra perché un centinaio di volte, e non di più, spinta dalla fame, si era permessa di sbocconcellare un grammino di carne o di sorbire un uovo. Oh! Iniquità del prossimo! Dite voi se non erano tutte calunnie.
Nacqui come dicevo, in una cesta sfondata. Il che non è il luogo ideale per venire su questa terra. Nemmeno per un gatto.
Ma, evidentemente, mia madre non aveva trovato nulla di meglio.
Io poi non me ne accorsi neppure perché alla nascita avevo gli occhi chiusi, come i miei due fratelli e mia sorella del resto. Già, dimenticavo di dire che eravamo in quattro: tre gatti maschietti e una gatta femminuccia. Eravamo tutti graziosi, ma io, scusate l’immodestia lo ero più degli altri. Chiunque avrebbe facilmente capito che da adulto sarei stato quel bel gatto che in effetti sono.
Una cesta di foglie di palma sfondata, non è la culla ideale, nemmeno per una cucciolata di gatti, così la mia mamma decise di cambiare abitazione.
Nello stesso giardino, non troppo distante dalla siepe natale, c’era un antico limone, fronzuto e bizzarramente contorto.
Le sue radici si erano sollevate e avevano formato una tana dove una gallina della casa andava a deporvi le uova. Mia madre, astutamente, si aprì un varco dalla parta opposta e, presici per la collottola ad uno ad uno, ci sistemò, in un cantuccio della tana dove aveva trascinato uno straccio di lana. La sciocca gallina continuò per lungo tempo a deporre il suo uovo quotidiano e mia madre continuò per altrettanto tempo a nutrirsi di uova della giornata.
Mia madre aveva parecchie amicizie tra gli animali che popolavano il giardino di Sceck Mansur. Soprattutto era amica di Babbawa la cagna bianca e di Gattusa, un’altra gatta che non aveva né fissa dimora né fisso padrone. Pochi giorni dopo la nostra nascita, quando eravamo ancora nella cesta, le due vennero a visitarci. Noi avevamo già gli occhi aperti anche se camminavamo più sulla pancia che sulle zampe.
«Oh! Che amore di piccoli, mia diletta Chitta - esclamò tutta svenevole la grossa Babbawa - Mai visti gattini così belli».
E per dimostrare il suo entusiasmo tirò fuori la sua ampia lingua e distribuì leccate a dritta e mancina. A me ne toccò una proprio sul muso e sulla testa, e siccome il complimento non mi era piaciuto affatto, sfoderai le unghiette e mi ribellai.
Mia madre mi diede una zampata e mi rimproverò:
«Cattivo gattino! È così che si risponde alle gentilezze di zia Babbawa? Chiedile subito scusa».
In qual modo Babbawa mi fosse zia non riuscii a capirlo e aprii il muso per protestare. Ma la cortese cagna intervenne in mia difesa:
«Non picchiare il tuo meraviglioso gattino, mia cara!», disse a mia madre. E per consolarmi mi diede una seconda leccata più energica della prima: praticamente dalla testa alla coda.
«Sono graziosi davvero - ammise Gattusa dopo averci annusati - Devi però nutrirli bene, perché mi sembrano delicatini».
Babbawa la smentì con mille scuse.
«Delicatini? Che dici, cara Gattusa! Se mai sono obesi. Guarda che pancione hanno. Piuttosto Chitta dovrebbe rimpinzarli meno, altrimenti verranno grassi come un agnello a primavera».
«Che cosa è un agnello?» miagolò mia sorella.
«È il figlio della pecora», spiegò mia madre.
«E che cosa è la pecora?» chiesi io.
«La pecora è... la pecora è... già che cosa è la pecora?» domandò tutta imbarazzata Babbawa guardando le sue amiche.
«La pecora è la pecora - disse mia madre - e tu - continuò rivolgendosi a me - non fare il ficcanaso. Ti interesserai di pecore quando sarai grande. Mica devi fare il pastore, tu...».
Poi le tre amiche si accucciolarono presso la siepe per scambiare quattro chiacchiere. Gattusa disse che la cavalla Farass era una bestia sciocca perché viziava il suo puledro. Babbawa asserì che Himara l’asina era cocciuta. Mia madre che non amava il pettegolezzo, si limitò a dire che la padrona era una megera e che il padrone era un diavolo vestito da uomo.
Dopo pochi giorni, come dicevo, cambiammo casa e andammo ad abitare tra le radici del vecchio limone.

LA BERTUCCIA MALANDRINA
Aldo Zelli
pp. 116 anno 2021 € 10,00 ill Colore
EAN 9788866152224
Collana Infanzia n.15

LA BERTUCCIA MALANDRINA


molto tempo fa, in un boscaglia sulle pendici del Riff marocchino viveva una giovane bertuccia che
gli atri individui del branco chiamavano Sciaitana.Ora dovete sapere che in lingua araba Sciaitana vuol dire diavolessa. Forse le altre bertucce della tribù esagervano un po' nel chiamarla così, ma percerti la nostra bertuccia era dispettosa, ladruncola, bugiardella e fanfarona.Quando il branco si spostava da unazona all'altra in cerca di cibo, Sciaitanariusciva in qualche modo ad intrufolarsi tra le compagne mandate in avanscoperta. Appena vedeva un ciuffo di palmizi carichi di datteri maturi, saliva
svelta su una delle palme, assaggiava un dattero e discendeva facendo boccacce di disgusto.
« Amari e cattivi questi datteri », e mentre le compagne restavano lì incerte sul da farsi, Sciaitana lanciava un grido di esultanza.
« Là, in fondo! Laggiù! C'è un bel campo di granoturco maturo! » e correva giù per la discesa......


La bertuccia malandrina, conigli lepri, galline, elefanti, ranocchie e pesci sono i protagonisti di queste divertenti storie scritte tanti anni fa da Aldo Zelli, per i bambini che amava molto, e a cui dedicava tanto tempo, sia a scuola che in vari incontri in biblioteca o in altre sedi.
La sua simpatia era l'arma principale con cui espugnava i cuori anche dei più coriacei. Sapeva suscitare l'amore per la lettura attraverso le sue meravigliose storie e romanzi che rimangono tutt'oggi attuali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL GATTO ROBOT
Aldo Zelli
pp. 46 anno 2021 € 6,00 ill Colore f.t 16°
EAN 9788866152224
Collana Infanzia n. 16

Aldo Zelli scrittore piombinese d'adozione a cui è dedicata anche una strada di Piombino nacque nel 1918 ad Arezzo e morì a Piombino nel 1996. Ha vissuto 40 anni in Libia da dove ha tratto molto materiale per le sue storie e romanzi per ragazzi tra cui Kaslan , Lo Schiavo di Tunisi, Le storie di Abu Bakr, non dimenticandosi di scrivere anche libri di genere storico tra cui Diecimila anni fa, La stirpe di Horo, Sotto le insegne di Colombo, Schiava di Babilonia, Larthi principessa etrusca.
Molte alte storie e romanzi ha scritto Aldo anche per gli adulti. Ma i suoi preferiti sono stati sempre i bambini con cui amava dialogare spesso nelle sue presentazioni nelle scuole e nelle librerie. Ha collezionato molti premi ma soprattutto molta stima e un piccolo posto nel cuore di molti bambini ora adulti che ricordano con piacere le sue storie.
Aldo era anche molto amico di Enrico e Stefania della Libreria La Bancarella che ora ha chiuso; ma che continua come casa editrice a ricordarlo, iniziando a pubblicare i suoi libri pieni di fantasia, non trascurando, come ha fatto sempre l'aspetto educativo e pedagogico della lettura.

Il gatto robot

Vespertino, il gatto protagonista di questo bellissimo racconto, è un vero gatto in tutti i sens,i tranne che è composto di transitori e latta e manda dei strani bip, bip che spaventano i topi, le blatte e gli scarafaggi, con grande piacere della sua padrona la baronessa Eufemia che è anche allergica ai gatti!
Il gatto procura l'invidia della sue amiche che tentano pure di rapirlo...
Ma il bello succede poi quando incontra la bellissima Chicca, una gattina snob e con la puzza la naso...
Questo bellissimo racconto, scritto nel 1981, anticipa i nostri tempi e la comparsa nella nostra vita quotidiana dei robot e dell'intelligenza artificiale.

 

«Il capolavoro del Professor Oliverius, il gatto-robot cioè, era lì sul bancone del laboratorio- officina. Era un bell'animale, finto naturalmente, grosso come un gatto e mezzo, di un bel colore azzurro, il cui manto era di uno specialissimo velluto sintetico a pelo lungo irrestringibile, insporcabile (si può dire così?), insbiadibile (e così si puó dire?). Questo velluto specialissimo era un'altra invenzione, una delle tante, del Professor Oliverius. Non si restringeva, non si sbiadiva, non si sporcava, non si distruggeva
nemmeno a prenderlo a cannonate...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

  ILPRIMO PANDA
Aldo Zelli
pp. 80 anno 2021 € 10,00 Ft. 17X24
EAN 9788866152217
Collana Infanzia n. 17
NOVITA' 2021

 
  IL PRIMO PANDA

 

l racconto "Il primo panda” da' il titolo a questa serie di fiabe sugli animali "dedicate ai suoi nipoti e pronipoti" ma anche a tutti i bambini del mondo che Aldo amava profondamente, non cessando mai di scrivere per loro storie divertenti e anche istruttive. Sempre con una piccola morale che non guasta, specialmente in questo mondo tecnologico privo di sentimenti. Aldo aveva compreso che per rendere il mondo più vivibile e “ecologico” era necessario iniziare ad educare i lettori fin da piccoli quando ancora i loro spiriti non sono induriti dagli egoismi, possessioni, e narcisismi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9788889971765 Zelli Aldo, La Tartaruga a rotelle ed altre storie di animali, p. 124 ill. € 15,00 Bross. Infanzia n. 7 2010.
 

La Tartaruga a rotelle ed altre storie di animali,
Una Tartaruga a rotelle che grazie alla tecnologia diventa veloce come una ferrari! Un pesce che non sapeva nuotare... un tasso poliziotto... un topo con l'armatura e tanti altri animali che grazie alla fantasia dell'autore animano delle bellissime storie che vi coinvolgeranno e nello stesse tempo vi apriranno gli occhi sulla vita.
L'autore forte della sua esperienza con i ragazzi riesce a colpire ancora una volta nel segno e a far riscoprire il piacere della lettura che nessun mezzo tecnologico potrà mai superare...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9788889971789 Zelli Aldo, La Carota ballerina ed altre storie per ragazzi, p. 120 ill. € 15,00 Bross. Infanzia n. 8 2010.

Come in America...
La Carota ballerina ed altre storie per ragazzi

 LA CAROTA BALLERINA

 

Mago Kukkurukù con i suoi incantesimi e magie anima per voi lettori carote, fagioli, patate funghi... portandovi nel mondo del non dove e del non senso. Il nostro amico mago vi farà vivere meravigliose storie, che vi coinvolgeranno e vi faranno scoprire che il tempo dedicato alla lettura è il miglior tempo della nostra vita. Portate a casa un libro, chiudete la playstation il computer e la tv e iniziate leggere... non ve ne pentirete! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9788889971871 Zelli Aldo, Buffe storie di animali, p. 70 ill. € 9,00 Bross., Infanzia n. 6 2010.

Come in America...
Buffe storie di animali

BUFFE STORIE DI ANIMALI

Avete mai visto un gatto ragioniere? O un topo musicista? O addirittura una volpe soprano? Forse no... ma nel mondo di Aldo Zelli tutto è possibile. Esilaranti avventure dei nostri amici animali con i nostri vizi e le nostre manie vi aspettano in questo libro per il vostro divertimento; e per farvi pensare che oltre questo mondo ne esiste un altro, quello di Fantasia, dove tutto “quello che é, non é, e quello che non é, è”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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