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RIDERE SENZA DERIDERE
Alessandro Malotti
pp. 104 anno 2020 € 10,00 ill B/N
EAN 9788866152101
Collana Il Barzellettiere n. 2

 

 

Alessandro Malotti

Nato a Piombino il 27-10–1950, attualmente in pensione, ex dipendente delle Acciaierie di Piombino. Sposato con Paola Tovoli, padre di Valerio, è nonno di due splendidi nipotini: Lorenzo (9 anni) e Gioele (6 anni). Appassionato di pugilato, calcio e tennis, ma il vero hobby è la Dama che gli ha dato tante soddisfazioni e giornate felici.
È Maestro di Dama dal 1987.
È collaboratore di “Costa Etrusca” con la rubrica “Burlettando”.
Gli piace ridere e sorridere, ha l'umorismo impresso nel suo DNA. Aver realizzato questo libro è stato un sogno che si avvera perché oltre gli aforismi e barzellette c'è, fra le righe, un po' della sua vita.

 

 

RIDERE SENZA DERIDERE AI TEMPI DEL CAROGNA VIRUS

Gentili lettori: spero sentitamente di FARVI divertire, di sicuro ho fatto del mio “menlio” (disse Manlio) e ricordiamoci, fra una cosa seria e l'altra, di ridere senza deridere perché la vita è molto complicata di suo, ma noi spesso ci mettiamo del nostro prendendo tutto troppo sul serio...
E ridere senza deridere non risolverà tutto, però aiuta, disse Nonsookiera, un coreano.

 

All'età di quasi 70 anni ho imparato a non giudicare cose che non conosco o che conosco solo parzialmente) tengo sempre presente di non giudicare senza sentire l'altra campana e che le apparenze ingannano. Sono cose semplici, lo sappiamo tutti, ma puntualmente ci caschiamo spesso con conseguenze molto spiacevoli: incomprensioni, arrabbiature, rancori che si trasformano frequentemente in malattie psicosomatiche. Invece sdrammatizzare, perdonare, ridere senza deridere, volersi bene hanno conseguenze positive e sviluppano le endorfine che sono gli ormoni della felicità. Quindi comportarsi bene, rispettare gli altri, essere onesti non solo è giusto, ma è anche conveniente per noi e per gli altri e quindi concludendo, nella vita facciamo tutto quello che possiamo (però bisogna farlo ma farlo davvero) poi sarà quel che sarà.
Alessandro


 

LA FORZA DELL'IRONIA

 

«Corri, corri, la vuoi vedere Lucca?» Ed io, che all'epoca non ero più alta di un soldo di cacio, iniziavo a saltellare:
«Sì, sì, sì! La voglio vedere Lucca!»
«Ecco, allora metti le mani lungo i fianchi, stai ferma e dritta il più possibile, chiudi gli occhi e non ti muovere».
Così io, tutta eccitata, come un soldatino in prima fila, mi mettevo sull'attenti e chiudevo gli occhi in attesa che posasse le sue mani ai lati della mia testa, proprio sopra le orecchie.
«Sei pronta Flavia? Ci sei?»
«Sì, sì, ci sono!»
«Chiudi bene gli occhi, si vola! Uno, due, tre... Via!»
Mi sollevava da terra fino a portarmi all'altezza del suo petto e poi mi metteva di nuovo con i piedi per terra.
«Ancora, dai, ancora! Una volta sola, dai, dai ti prego!»
E così si ripeteva il nostro gioco e mentre mi sollevava in alto ripeteva: “vola vola vola, vola vola vola” e ancora di nuovo a terra; ed io ridevo, ridevo così tanto da restare quasi senza fiato, buttando la testa indietro e le mani in alto, in attesa che mi prendesse in braccio.
«Adesso giochiamo a “bei baffi”, lo sai come si gioca, vero?»
Felice, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi annuivo con la testa, mettendo subito le mani in avanti con i palmi rivolti in basso.
Il gioco consisteva nella velocità; lui teneva le mani all'altezza della bocca e, fingendo di arricciolare i baffi che non aveva, ripeteva:
«Bei baffi, bei baffi, uno, due e tre...»
Poi avrebbe dovuto colpire le mie mani ed io, attenta come una scimmietta, dovevo seguire i suoi gesti e le sue parole e all'ultimo momento ritirare le mani, affinché lui non riuscisse a colpirle. Avremmo potuto andare avanti per ore: più mi colpiva e più io volevo giocare; non volevo perdere, sono sempre stata così fin da piccola. Anche quando le mie mani erano ormai rosse come peperoni, instancabile, chiedevo:
«Dai, facciamolo ancora!»
Era bello stare con lui; anche se era grande come compagno di giochi e non potevo vederlo ogni giorno, aspettavo il suo arrivo sempre con grande gioia. Come quando mi portò per la prima volta al cinema a vedere un film da grandi, il primo “Star Wars”, ovvero “Guerre Stellari”... Mi sentivo importante, seduta su quelle poltroncine; ancora oggi ricordo la suggestione di quelle immagini, le luci, le scene e la musica che mi rimbombava forte nel petto. E lui, seduto al mio fianco, a spiegarmi tutto quello che avrebbe potuto spaventarmi; che forza, anche io ero grande allora!
Insieme a lui potevo fare tutto, non mi trattava da piccola femminuccia.
La prova più grande fu quando mi propose di andare a pescare sott'acqua: quella sì che era un'avventura! Attrezzata di tutto punto, lo seguivo mentre riempiva la rete di pesci di ogni specie. Io non ero proprio all'altezza di tenere un fucile tra le mani e poi non sarei neanche stata capace di uccidere; in questo non sono mai stata brava, neanche oggi, nonostante il mio lavoro, in quel senso ho un po' di difficoltà.
Quella magia del mondo sommerso però me l'ha fatta scoprire lui; i rumori, i colori, le sensazioni... Quando ti ritrovi là sotto ad osservare tutto ciò che ti circonda, ti senti realmente in un altro mondo, solo con te stesso.
Così, vedendomi forse pronta a seguirlo ovunque, mi dette piena fiducia ed un giorno mi chiese:
«Vuoi vedere com'è il mare sott'acqua di notte?»
Devo ammettere che lì esitai un attimo; in fondo, anche se pur poco femminuccia e molto coraggiosa, del buio ho sempre avuto timore; ma la fiducia in me riposta era grande ed io non gli avrei mai detto di no!
Camminavamo una dietro l'altro sullo stradello che portava al mare e, nonostante la mia fierezza, avevo il cuore che batteva a mille; era abbastanza buio tutt'intorno e, porgendomi la mano, mi indicava dove poter mettere i piedi per scendere meglio.
Arrivati sulla spiaggia, ricordo l'odore ed il rumore del mare, così diverso dal giorno...
Ci mettemmo le mute e, seguendo le sue indicazioni, gli andai dietro. L'acqua era calda, il mare scuro come immergersi in un lago color petrolio; unico punto di riferimento la luna, limpida e chiara nel cielo. Con la torcia in mano costeggiammo un bel tratto di mare e, scoglio dopo scoglio, mi fece vedere dove dormivano i pesci. Eh sì, perché anche loro dormono; non ci avevo mai pensato prima di allora!
Conosceva bene quel tratto di mare; la buca del polpo, quella della murena, gli scogli costellati di ricci ed il plancton galleggiante con la sua magica fluorescenza che riusciva ad illuminare l'acqua intorno a noi; e poi la pace, vestita di un silenzio assordante... A quel punto, davanti a tanta pace e bellezza, anche la paura si era dileguata nella notte.
Sono esperienze che non si scordano.
Crescendo a volte lo guardavo, mentre davanti allo specchio si pettinava il ciuffo, tipico di quegli anni, ed inclinando un po' la testa intonava la sua canzone preferita: “Acqua azzurra, acqua chiara... Con le mani posso finalmente bere...”
Era proprio bello con quegli occhioni scuri e le labbra carnose; così diverso da me che ho gli occhi e i capelli chiari.
Ma la cosa che mi ha sempre colpito di più è il suo sorriso, il suo modo di scherzare, di giocare, di ironizzare su tutto, sempre pronto a farmi sorridere; anche adesso che io ho cinquant'anni e lui quasi settanta.
Non credo di ricordarlo arrabbiato o serio, anche se so per certo che lui, come me, ha un “lato oscuro” chiamato Malottite, che spesso ci porta ad andare anche sopra le righe. Ma il cuore grande ed il suo sorriso, la battuta sempre pronta, il suo voler far star bene sempre tutti, sono ciò che alla fine emerge e si ricorda di più di lui, del mio “tatone”, Malotti Alessandro.
Ecco, così volevo presentarlo, come è e come io l'ho sempre visto fin da piccola, da quando alla nascita ho avuto la fortuna di averlo come fratello.

Con infinito affetto,
tua sorella Flavia Malotti.

Ridere senza deridere è il mio motto; è un piccolo motto, un mottarello direi, però sono buoni i mottarelli!»

«La prova che Dio esiste è nella parola “diocesi”: Dio c'è? Sì. E un'altra parola dice che sta bene di salute: “diocesano”, Dio c'è ed è sano.»

«Un innamorato:
"Se non accetti di uscire con me mi impiccherò al lampione davanti a casa tua"
"No, ti prego, lo sai che mio padre non vuole vederti ciondolare qui attorno...»

«Fuori da un bar c'è l'insegna “Caffè-biliardo”. Entra un signore: “Mi fa un caffè biliardo?”
“Guardi che qui c'è un equivoco”
“Mi dia anche quello che ce lo inzuppo!»

 

 

RIDERE SENZA DERIDERE CON ALESANDRO
Alessandro Malotti
pp. 84 anno 2021 € 9,00 ill B/N
EAN 9788866152555
Collana Il Barzellettiere n. 3

Riflessione...

Vorrei fare un elenco delle cose ingiuste e sbagliate che spesso tutti facciamo nella speranza che riflettendoci, poi, riuscissimo a migliorare qualcosa. Sbagliamo e quindi (specialmente negli errori gravi)ne siamo colpevoli quando predichiamo bene e razzoliamo male perdendo , di conseguenza, la nostra credibilità. Sbagliamo quando diamo la colpa agli altri sempre e comunque diventando
tolleranti con noi stessi e spietati con gli altri. Molto spesso troviamo delle scuse per farla tornare anche quando è evidente che proprio non torna e naturalmente tutto finalizzato ai nostri ingiusti tornaconti. Sbagliamo quando Pensiamo che siano sempre gli altri a cercarci, e quasi mai noi a cercare gli altri in questo io, noto una malcelata forma di presunzione. È molto sbagliato comportarci da egoisti non pensando alle inevitabili conseguenze che puntualmente arriveranno. Devastante è di promettere senza poi non mantenere specialmente con i bambini che, poi, ci potrebbero anche odiare per questo. È' ingiusto levare di rispetto (magari ridendo) gli altri giustificandoci, poi ,dicendo che scherzavamo, mentre se la cosa si ripete, in realtà un gioco al massacro. Spesso succede che ci rivolgiamo agli altri con un tono arrogante lamentandoci, poi, delle loro risposte sgarbate. È molto ingiusto raccontare un fatto dicendo solo quella parte di verità che ci fa comodo distorcendo così la realtà totale e la cosa peggiore che spesso gli altri ci credono senza poi sentire l'altra campana rovinando così la reputazione di quelli di cui abbiamo parlato male. Un errore madornale è quello di essere prevenuti credendo che il bene è tutto da una parte ed il male dall'altra naturalmente noi siamo sempre dalla parte giusta e gli altri da quella sbagliata e, se facciamo qualche errore, c'è sempre un buon motivo percheé ci siamo comportati così .

Un comportamento sbagliato è quello di piangersi addoss credendo che tutti i mali del mondo capitano solo a noi non valutando che quelli che ci ascoltano possono avere dei problemi più gravi dei nostri ma, non ce Ii rivelano per una forma di dignità. Sovente sento dire che gli altri sono degl i invidiosi (e chissà perché gli invidiosi non siamo mai noi) e quindi solo per questo sono persone ignobili, non pensando che gli invidiosi, spesso, sono proprio loro e non sapendo che l'invidia ha molte sfaccettature e non sempre è ignobile come sembra, a tutto c'è sempre una ragione e tutti i fatti vanno valutati caso per caso. Anche io che rifletto approfonditamente su queste cose sono caduto in alcuni di questi errori , che sono delle trappole che la vita ci porta ad affrontare, pero' adesso a tarda età mi sono reso conto di tutto questo e cerco quindi di farne tesoro, anche se inevitabilmente continuerò a sbagliare (sperando di farlo il meno possibile), perché l'uomo (inteso come genere umano) non raggiungerà mai due cose: la perfezione e l'immortalità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIDERE SENZA DERIDERE CON ALESSANDRO

 


Che cos'è l'umorismo? Si chiedeva Pirandello già tanti anni fa e, una sua prima risposta, la facciamo nostra.
«L'umorismo è una forma d'arte che sfugge alla scienza come dice Bergson, anche se questa cerca attraverso lo studio degli elementi variabili [...] in numero indeter-minato di comprendere e catalo-gare la personalità di ciascun umorista».
Arriviamo così a dire con Croce che «L'umorismo non c'è, ci sono gli scrittori umoristi.»
Ed Alessandro a tutti i titoli ne è la vivente espressione.
Ritornando a Pirandello possiamo dire che la costruzione dell'umo-rismo scatta all'interno dell'animo dell'autore con la nascita di quello che Pirandello chiama «il senti-mento del contrario» Quel con-trario che poi fa nascere la barzelletta o la battuta umoristica.
Ed Alessandro questo “contrario” creativo lo ha nel sangue, spingendolo a creare barzellette e/o pensieri a “iosa”, e qui ne troverete un bel ampio esempio.
Alessandro però non si ferma solo alla produzione umoristica ma va oltre, attraverso i suoi aforismi ful-minanti ed ai più lunghi pensieri sul mondo che lo circonda e sulla sua esperienze di vita che, pos-sono essere paragonati a piccole perle filosofiche.

 

 SEGUONO qui sotto ALCUNE BARZELLETTE E RIFLESSIONI

in omaggio ai suoi lettori:

 


Come si chiamava la moglie di Toro Seduto ? : vacca sdraiata ! ! !

Il marito alla moglie : cara hai dormito bene stanotte ? : boh, non lo so,
io quando dormo non me ne accorgo !!

Cosa e' il teletrasporto ? e' un funerale trasmesso in televisione !!

Quando una donna fa delle avance ad un uomo, per lui è molto difficile rifiutare,
personalmente io questo non |o so, pero' tutti dicono che e' cosi' !!

Il colmo della tirchieria è di usare come carta igienica un coriandolo e poi riusarlo
piegandolo !!!

' Io, nonostante abbia avuto dei periodi di difficolta', non mi sono mai rivolto a uno
psicologo, ma questa scelta l'ho fatta per altruismo, percheé òo psicologo, dopo
avermi ascoltato avrebbe dovuto a sua volta farsi curare da un altro psicologo.

Indovinello :
si fa picchiare da tutti, non reagisce e non si arrende mai è...
il sacco di allenamento dei pugili!!

Dove vanno in ferie le donne che odiano gli uomini ? a Vergate Sul Membro(Bg)

Fra amici: io nella vita ho provato di tutto, ma fortunatamente le corna no ! e
come fai ad essere cosi' sicuro? semplice me |o ha detto mia moglie!!

Indovinello : vince spesso ma e' sempre correttissimo, non lo dice a nessuno, non
si vanta mai e nemmeno si accorge di vincere... è il progrmma del computer di dama e di
scacchi...

Io il green pass ed il telepass li chiamo green Pa e tele Pa, perche odio le SS.!

A Piombino c'e' una via che si chiama :Via Antonio da Piombino, un giorno,
scherzosamente qualcuno ci scrisse sotto : via anche il suo babbo!!

 

La reclame di un film negli anni '60:
Amore, odio, violenza e passione.., solo il disperato amore di Mary riusci' a salvare John
dalla sua travolgente vicenda..., un film mai visto
prima d'ora sullo schermo con la straordinaria interpretazione di Dolores de
Panza e Calos de Corpos..., una serie emozionante di scene sconvolgenti vi
proiettera' in un mondo dove la violenza era l'unica legge..., ma venne il giorno
della vendetta...
Ben 3500 comparse, 1500 attori in un film che non dimenticherete!


Anche se è una cosa irreale, vorrei tanto parlare con me stesso all'eta' di
16 anni- Avrei tante cose da dirmi: consiglierei di non rimuginare
troppo sulle cose che inevitabilmente succederanno nel percorso della
mia esistenza, tanto il nostro inconscio che prende le decisioni a nostra
insaputa e che le cose e le persone non sono come sembrano, ovvero
sono anche come sembrano, ma c'è di più, molto di più. Mi direi che è
meglio non aspettarsi troppo dagli altri perché giustamente le persone
devono pensare ai suoi problemi e se riusciamo a cavarcela da noi, dopo
ci sentiremo felici ed anche la nostra autostima sarà piuù alta. mi
suggerirei di cercare di sdrammatizzare quello che è possibile, tanto
tutto passa e spesso succede che la vita ce la complichiamo da noi con i
nostri pensieri negativi, con il nostro pessimismo, e facendo anche
l'errore di fare dei confronti che poi ci faranno solo stare male e di
conseguenza, poi, ci verrà a mancare una cosa molto importante che è
la fiducia in noi stessi. Nella vita è fondamentale di trovare un interesse
che ci dia un entusiasmo che duri nel tempo. Perché ome scrisse Dante
Alighieri nella Divina Commedia: «fatti non foste a viver come bruti, ma
per seguir virtute e canoscenza», una vita senza entusiasmo e senza
credere a niente è una vita che non è degna di essere vissuta. Naturalmente non sapro' mai
cosa mi direbbe il sedicenne Alessandro Malotti, cosi', invece, realisticamente ora all'eta' di 71
anni suonati cerco di trasmettere (in maniera equilibrata) le cose importanti
della vita ai miei meravigliosi nipotini Lorenzo e Gioele, sperando che mi
ascoltino con interesse. Se quello che gli insegno, poi, gli potesse servire,
ne sarei davvero felice pensando che le mie esperienze siano servite a
qualcuno.


Chi sono i monaci presbiteriani ? sono dei monaci che hanno problemi
alla vista? (vedono male da vicino ).

La felicità è fatta di tante cose, bisognerebbe relazionarsi con quelle
persone che ci fanno stare bene, per capire che sono le persone giuste
dobbiamo ascoltare le nostre sensazioni che sono la prova del nove
delle cose vere. Questi veri amici sono quelli che dopo tanti anni non ci
hanno mai deluso e che spesso ci cercano senza che sotto sotto ci sia un
egoistico tornaconto, ma solo perché hanno davvero voglia di vederci e
di trascorrere un po' di tempo insieme. Anche se sono piuttosto rari
questi amici fortunatamente esistono ed è con loro che io mi voglio
relazionare, queste persone io li chiamo amici ok e con loro sono sicuro
che non finirò mai ko.

Un bambino chiede al suo babbo: babbo cos'è un conservatore ? : un
uomo che lavora in una fabbrica di conserve, figlio !!!

La mamma manda il figlio dal salumiere spiegandogli cosa deve
comprare, ma il bambino non capisce bene e chiede al salumiere : mi
darebbe un chilo di formaggio per il mio babbo pecorino e due chili di
pasta per la mia sorella bucata?

Un ragazzo andò alla ferramenta per acquistare un oggetto che gli si era
rotto, pero' non riusciva a far capire al venditore come era il pezzo
corrispondente, cosi' il titolare del negozio gli consigliò di portare il
vecchio per confrontarlo. Il ragazzo cadde in un equivoco ed il giorno
dopo porto' il suo nonno dicendo: «ecco come d'accordo gli ho portato il vecchio!»|

C'era , tanto tempo fa, un pastore che non aveva mai visto il mare e
quando finalmente ebbe l'occasione per vederlo con grande stupore
esclamò: «che grande gozzo! che bevute ci farebbero le mie bestie».

Due amici parlano come al solito di cose intime: «finalmente mia moglie
mi ha dato il secondo canale!» «a me che me ne importa, tanto io ho sky !»

E' successo davvero: molti anni fa sono stato testimone di un litigio fra
due uomini culminato con queste esatte parole: «hai capito popo' di
imbecille ?» subito dopo pero' si rese conto di avere esagerato e cerco 'di
correggersi con un tono quasi gentile: «senza offesa eh?.»

Quando vedo delle persone anziane che, esagerando, fanno di tutto per
dimostrare di essere ancora giovani, bleffano, anche inconsapevolmente,
con gli altri, ma sopratutto con se stessi, mi viene in mente un ubriaco che
cerca di stare in equilibrio con una gamba sola per dimostrare che non e'
ubriaco, non riuscendo pero' a convincere nessuno...

Il vero problema dei cretini è di essere cretini senza sapere di essere
cretini e il brutto dei loro comportamenti, spesso, è che convincono altri
cretini di quello che dicono e di quello che purtroppo fanno. Specialmente
quelli di alto livello che sono chiamati cretini di talento!!

Anche questo fatto è successo davvero: molti anni fa, alle acciaierie di
Piombino, nei momenti di pausa gli operai andavano a riposarsi e a
mangiare nel refettorio e un giorno un operaio entrando nella stanza
esclamo' fra il serio e il faceto: c«he puzza di pecoro che c'è !» e per
risposta un altro operaio gli disse : «hai proprio ragione, appena sei entrato
tu la puzza l'ho sentita anch'io!!!».

«Qual'è l'ape piu' veloce? «L-apeugeot!!!.» «e quella più rumorosa? L-apernacchia !»

Due amici parlano:« perché non impariamo a cantare con il cara-oche (karaoke) ?»
«perche' se io canto con il cara-oche poi diventa il cara-papere!!»

Spesso mi inalbero percheé sono un tipo emotivo anche quando non c'e' motivo di
essere emotivo e il dottore mi ha detto che non mi devo inalberare perché mi fa male ed allora
non sono più salito sugli alberi !

Sono nato nel 1950 che era l'anno santo, mi sono sposato nel 1975 e anche quello
era un anno santo,se quando muoio non mi mandano direttamente in paradiso
vado da san Pietro e faccio un ricorso !!

Io quando arriverà la morte gli racconterò una bella barzelletta sperando che
non mi faccia morire, cosi' poi, gliene posso raccontare delle altre!

Qual'e' il rettile che galleggia meglio di tutti? e' il serpente boa!

C'era un signore non troppo istruito che quando senti Ia parola filosofia penso'
che si trattasse del filo di Sofia (Loren)...

Io, non per vantarmi, ma a 71 anni suonati ho un' energia che scatto come una
molla... rotta !

Quando moriroò, oltre che andare direttamente in paradiso, voglio anche una
nomination per diventare santo, mi faro' chiamare San Sandro che suona anche
bene..... (naturalmente faccio Ia burletta come dicono a Livorno).

Uno dei grandi misteri che tormenta gli scienziati è quello di sapere c'è ai
confini dell'universo, io scherzosamente dico che c'è un gigantesco carte||o di
divieto di accesso, ma chi ce l'ha messo? e' proprio vero che i grandi misteri della
vita forse non riusciremo mai a capirli.!!!

Queste parole sono difficili da pronunciare per chi parla con la s moscia,
comunemente detta come la lisca, |lo scioglilingua consiste nel dire velocemente:
fiasco, pesca, mosca lisca scala piglia la scala appoggiala al pesco piglia Ia pesca
mettila in tasca asserbala a Pasqua!!

Spesso nelle trasmissioni scientifiche si parla dello spazio tempo che seriamente e'
la struttura quadrimensionale dell'universo , scherzosamente a me viene in mente
un astronauta che voleva andare nello spazio , ma non ci andò mai percheé non
aveva tempo.

 

 
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