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  EAN 9788866151661

STORIA DI PIOMBINO dalle origini ai giorni nostri a cura di Enrico Beni. f.orm /to 17x24 ill. B/N pp. 512 Biblioteca di Storia n. 25 € 28,00

Nel libro sono inseriti dei collegamenti multimediali tramite il codice QR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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STORIA DI PIOMBINO Dalle origini ai giorni nostri.

 

Prefazione

 

Questa storia di Piombino nasce dalla constatazione della mancanza di una storia completa della città, a carattere divulgativo, che partisse dalle origini per arrivare ai giorni nostri. Un nucleo urbano che ha vissuto le vicende principali della Toscana tirrenica (e non solo) dall'anno 1000 fino ad oggi.
Questa storia, si avvale della vasta bibliografia, spesso dispersa, di autori che hanno scritto su Piombino e che ringraziamo per la loro disponibilità e il permesso di attingere alle loro opere in modo da compilare un grande quadro storico il più fedele possibile, per tutti i nostri lettori.
Piombino ha origine all'indomani della definitiva decadenza di Populonia, più volte distrutta prima dai romani, che l'hanno ricostruita (ma non grande come prima), poi durante le invasioni barbariche in varie successioni di tempo.
Le prime costruzioni, erano delle capanne intorno alla zona dei canali di Marina, accanto al famoso Monastero di San Giustiniano di Falesia, in un luogo non ancora sicuramente localizzato, ad opera della famiglia della Gherardesca, e infine la Rocchetta.
Pisa, già potenza marinara, quando nacque il borgo di Piombino si preoccupò di costruire qui un cassero e cercò di ottenere il possesso della città per ampliare i suoi commerci.
Da questo momento inizia la storia plurisecolare della città di Piombino, che divenne poi capitale di un piccolo Stato autonomo (il Principato di Piombino) e che solo nel 1815 fu annesso al resto della Toscana e che dalla fine dell'ottocento al novecento ha compiuto la grande avventura siderurgica e operaia, facendo di Piombino uno dei più importanti centri industriali d'Italia.

 

ANTEFATTI

Dopo che Populonia dovette subire nel 809 d.C. una nuova e definitiva distruzione a causa degli Orobiti (o Mauri), corsari greci che, insieme ai Saraceni, devastarono le coste dell'Italia, iniziò la migrazione verso punti più sicuri della Val di Cornia e delle colline metallifere. «Già nel VI sec. i vescovi africani Regolo, Giusto e Clemente, scampati miracolosamente alle persecuzioni dei Vandali, sbarcati sulla nostra costa, furono costretti a ritirarsi sulle colline e a rifugiarsi nel fitto della boscaglia del Frassine, nel Gualdo del Re» in un luogo detto Cornino dove il vescovo Garipertus spostò la sede dell'allora diocesi di Populonia a causa delle frequenti incursioni. A riprova di ciò, già nel 861, si ha notizia che la sede della diocesi si trova «ad Castrum Corniae» dove era vescovo un tale Paolo3.
All'epoca dell'ultimo assalto gli abitanti erano circa 670 e non più di 40 riuscirono a fuggire. Anche il vicino monastero di San Quirico posto sulla collina a sud di Populonia venne distrutto. Nella stessa data gli Orobiti o Mauri, come ci dice l'abate di Monteverdi in una sua cronaca, attaccarono quel monastero ma furono sconfitti da soli 40 combattenti (aiutati da un angelo come dice la leggenda), ma, sicuramente, 480 di questi furono uccisi e i superstiti fuggirono sulle loro navi.
La vita nella città riprese solo con poche famiglie che vivevano di pesca e del traffico commerciale, dell'industria mineraria elbana, delle vicine miniere del Volterrano e del Massetano, ma molti migrarono nelle zone vicine.
Il monastero venne ricostruito con nuove fortificazioni e una torre che serviva da fortilizio contro le future incursioni. Nella zona del porto rimanevano solo le attrezzature indispensabili all'opera di carico e scarico dei minerali e le barche dei pescatori.
Il porto, oltreché per il trasbordo del minerale, ebbe la funzione di porto di scambio di merci per le città dell'interno e, proprio per questa nuova caratteristica, prese probabilmente il nome di porto Baratoli o porto Baratti6 (nome che è rimasto sino ad ora) ed era uno dei punti di riferimento dei mercanti dell'epoca e anche per il futuro Principato di Piombino.
Diversi profughi scelsero di andare in direzione nord-est, dove era l'antico Porto Traianus dei romani, poi divenuto Porto Faliegi, ampliato dai romani e usato già dagli etruschi, tramite canali interni, come rifugio nei giorni di libeccio.
In questo periodo di traversie e difficoltà il territorio subì l'influenza della Repubblica di Pisa che aveva conquistato numerosi territori lungo la costa toscana, fondato scali e aperto fondaci mercantili in tutto il Mediterraneo. La storia di Piombino diventa la storia di Pisa almeno fino all'inizio del Principato.
Anche i territori dei dintorni compresa l'Elba vivono la stessa storia e le stesse vicende, ecco perché ci soffermiamo brevemente sulla storia dell'Elba in quanto è strettamente legata a Piombino. Molte di tali notizie le rileviamo dal libro di Giuseppe Ninci, pubblicato agli inizi dell'Ottocento, ma considerato ancora un punto di riferimento per lo studio della storia dell'Elba.
In questo periodo dall' 806 all' 810, Carlo Magno, che era divenuto padrone del regno d'Italia, inviò alcune spedizioni per liberare la Toscana e la Corsica dalle continue scorrerie dei pirati barbareschi e pure Lodovico il Pio, figlio di Carlo Magno, continuò nell' 814 e nell' 835, affidando tale impresa a Bonifazio, nuovo duca di Lucca e Pisa. L'Elba, che in epoca etrusca e romana era sotto l'influenza di Populonia e Volterra, dal 755 era passata sotto la Chiesa.
L'Elba fu poi ceduta ai Pisani nel 1005 dalla stessa Chiesa, per ringraziamento alle battaglie svolte dalla Repubblica di Pisa contro i Saraceni. Pisa sconfisse i Saraceni e Greci in Calabria, poi all'Elba9.
Infatti, nel 1003 i Saraceni, comandati da Musetto, si diressero in gran forze verso la conquista della Sardegna e alla conquista dell'Elba. Ma quando furono all'Elba dovettero ritirarsi precipitosamente a causa «del coraggio e della bravura dei pisani».
Nel 1015, Musetto ripeté l'impresa e, radunate nuove forze e nutrito da un profondo odio verso i pisani, con una grande flotta assalì l'Elba, prese tutti alla sprovvista e a nulla valse il coraggio degli Elbani e dei Pisani. Conquistò l'Elba e si gettò a depredare le spiagge toscane arrivando fino a conquistare la famosa città etrusca di Luni con il suo grande porto commerciale. I Pisani reagirono mettendo in piedi una potente armata, resa ancor più forte dai soccorsi dei principi italiani e dal Pontefice Benedetto VIII. Attaccarono di sorpresa la città di Luni, con macchine da guerra che permisero di creare una breccia nelle mura, per mezzo della quale entrarono in città e la liberarono. Rincuorati da questa vittoria, i Pisani si diressero alla riconquista dell'Elba.
Gli Arabi, saputo della caduta di Luni, dove avevano la maggioranza della loro forze, si imbarcarono precipitosamente, non senza però mettere a ferro e fuoco l'isola d'Elba non senza averla devastata e saccheggiata, tanto che quando i pisani arrivano a riconquistare l'isola trovarono solo campagne e villaggi deserti, fortilizi rovinati e gli abitanti nascosti nelle grotte delle montagne e nel fitto dei boschi. Ci volle del bello e del buono per convincere gli isolani a tornare ai propri villaggi e alle proprie terre, tanto la paura era entrata in loro. Solo dopo varie promesse e l'inizio di lavori di fortificazione dell'isola, con forti e bastioni, accettarono di tornare. Furono rialzate le fortezze del Volterraio e di Lucèri, una nuova fortezza a Marciana Marina, mura per cingere Capoliveri e dei bastioni presso sant'Ilario e nella parrocchia di San Pietro a Campo. Inoltre, la Repubblica pensò di ristabilire le industrie e il commercio e la riapertura delle famose cave di granito che come dice il Targioni «Ne sono cave grandissime dalle quali se ne possano avere saldezze smisurate. Fin dal tempo de' Romani si cavava questa sorta di pietra dall'isola dell'Elba e del Giglio; e dall'Elba i Pisani fecero venire le colonne di granitella, che posero in opera nella fabbrica di S. Michele in Borgo» fondata nel 1018.
La pace riconquistata rese Pisa ancora più forte e nello stesso tempo più invidiata dalla vicina repubblica di Genova che la insidiava da tempo con varie concorrenze commerciali e qualche scaramuccia.

Indice

 

Prefazione..........................................................................................................................5
1 - Antefatti......................................................................................................................6
2 - Il monastero di S. Giustiniano di Falesia e S. Quirico. Il comune di Piombino....................9
3 - Piombino e Pisa una storia comune...............................................................................15
4 - Piombino e Pisa, tra diritti e pretese...............................................................................21
5 - Pisa si rafforza. Lotte tra Guelfi e Ghibellini...................................................................24
6 - Pisa e Piombino tra sciagure e guerre intestine................................................................27
7 - Pisa ghibellina. I guelfi si ritirano a Piombino..................................................................30
8 - La guerra continua. Guido da Montefeltro capitano di Pisa...............................................31
9 - Pisa perde i suoi possessi. I Raspanti e i Bergolini...........................................................33
10 - Piombino, la cacciata dei Raspanti e la visita del Papa......................................................38
11 – Gli Appiani..................................................................................................................41
12 – Gherardo Appiani a Piombino.......................................................................................46
13 – Le attività commerciali a Piombino................................................................................51
14 – Donna Paola Colonna e Jacopo II.................................................................................57
15 – Jacopo II e l'amicizia tra Firenze, Milano e Genova.........................................................59
16 – Jacopo e Baldaccio d'Anghiari.......................................................................................63
17 – La morte di Jacopo II, Donna Paola e Rinaldo Orsini......................................................69
18 – La vita religiosa e le confraternite..................................................................................72
19 – Rinaldo Orsini, I Tunisini e i Napoletani.........................................................................75
20 – L'assedio di Piombino del 1448.....................................................................................79
21 – La morte di Rinaldo Orsini e Caterina Appiani...............................................................98
22 - Emanuele Appiani nuovo Signore di Piombino................................................................101
23 - Jacopo III succede ad Emanuele Appiani........................................................................106
24 – Il Rinascimento a Piombino..........................................................................................110
25 – Jacopo III tra la peste ed i corsari..................................................................................118
26 – Jacopo IV. Piombino più bella e prosperosa...................................................................122
27 – Jacopo IV capitano della Repubblica Fiorentina e Carlo VIII...........................................128
28 – Piombino tra eresie e papi guerrieri................................................................................131
29 – I Borgia a Piombino.....................................................................................................135
30 - Jacopo IV e Leonardo da Vinci a Piombino....................................................................139
31- Jacopo V e Rosso Fiorentino a Piombino........................................................................145
32 – Investitura del Principato di Piombino............................................................................152
33 - Jacopo V Signore delle arti e dell'industria siderurgica......................................................155
34 - Corsari e pirati. I Turchi, Sinan il figlio del “Giudeo”.......................................................160
35 - Donna Elena, Jacopo VI, pretese di Cosimo I. Piombino, sotto il ducato di Toscana...........165
36 - Gli Spagnoli tentano di occupare Piombino, Cosimo I ne rimane padrone..........................173
37 - Guerra franco spagnola. Cosimo I difende Piombino. I ribelli fiorentini..............................175
38 - Torna la pace nel Principato, arrivo dei Turchi. Lo Stato dei Presìdi.................................179
39 - Jacopo VI riprende il Principato. Rivolta del popolo per le tasse. Uccisione col. Cima........188
40 - Cosimo diviene Granduca. Jacopo VI nomina Alessandro suo successore..........................191
41 - Vari fatti e opere di Jacopo VI, Belvedere, S. Francesco, ospedale SS, Trinità..................194
42 - La legislazione e lo Statuto Piombinese...........................................................................201
43 - Alessandro in Piombino, nozze con Isabella, borse di studio, maestri laici sostituiti.............204
44 - Morte di Jacopo VI. Congiura e morte di Alessandro. Uccisione congiurati. Carestia.......... 207

45 - Donna Isabella. Jacopo VII, Carlo d'Aragona Appiani nominato principe di Piombino.........215
46 - Don Carlo d'Aragona Appiani signore per un mese..........................................................219
47 – Il domino spagnolo. Il monastero di S. Anastasia. Rivolta di Suvereto e Scarlino...............225
48 - Il Principato tra rivendicazioni e lotte di successione. Don Belisario principe.......................230
49 - La peste in Piombino. Fine dominio Appiani. Il miracolo della processione........................234
50 - I Ludovisi. Morte di Polissena. I Francesi e Spagnoli si contendono Piombino...................237
51 - G. B. Ludovisi. Lo Stato Piombinese affittato. Getilde Faresia. Ippolita Ludovisi................243
52 - Ippolita e Don Gregorio Boncompagni. Gli austriaci. Impoverimento della città..................248
53 - I Boncompagni Ludovisi. Nuove industrie e commerci. Il censimento...............................255
54 - Piombino dal 1972 al 1799. Lo stato fisico, morale e politico del Principato.......................260
55 - La Rivoluzione Francese. Arrivano i francesi, la resistenza degli elbani.............................266
56 - G. Desideri decide la riunione di Piombino alla Francia. Arriva Elisa..................................271
57 - Piombino sotto il granduca Ferdinando III.......................................................................285
58 - Il Teatro dei Ravvivati...................................................................................................288
59 - La ferrovia Leopolda, il telegrafo, il terremoto del 1846, le alluvioni, il plebiscito................289
60 - Piombino, Italia. I commerci e le prime industrie siderurgiche...........................................296
61 - Socialisti e anarchici. Scioperi e rivendicazioni a Piombino e in Italia................................300
62 - La questione operaia a Piombino...................................................................................306
63 - Ritornano i francescani. La città si espande i socialisti al potere.........................................311
64 - Tra investimenti, banchieri, anarchici e scioperi. Si fanno vivi i cattolici.............................317
65 - Sviluppo della classe operaia, tra lotte e coscienza identità................................................326
66 - Scoppia la prima guerra mondiale. Le conseguenze della guerra........................................332
67 - Padre Giustino Senni....................................................................................................336
68 - Aumenta la produzione, la miseria, e le proteste degli operi, finisce la guerra.....................339
69 - Il difficile dopoguerra, moti e rivolte contro il carovita......................................................343
70 - Le elezioni del 1919. Le rivolte anarchiche e gli scioperi...................................................349
71 - Dopo il biennio rosso arriva il fascismo...........................................................................355
72 - Il Fascismo al potere.....................................................................................................363
73 - Il Fascio tra crisi, violenze e nascita della contestazione....................................................369
74 - La vita quotidiana sotto il fascismo.................................................................................374
75 - La crisi del 1929 e i suoi strascichi. Gli anni del consenso.................................................379
76 - Restauri, recuperi nuove opere sacre e profane................................................................385
77 - La cultura e l'associazionismo dagli anni '20 ai '40...........................................................389
78 - Scene di vita quotidiana anni '30 e '40 . Don Ivo Micheletti..............................................398
79 - La lotta contro il Fascismo.............................................................................................401
80 - L'impero, il razzismo e la Shoah. La seconda guerra mondiale, antifascismo......................404
81- La caduta del fascismo e la Battaglia di Piombino. Nasce la Resistenza...............................413
82 - Il dopoguerra, fino agli anni '50......................................................................................429
83 - Gli anni '50 e '60. L'episodio Dayton i primi licenziamenti. Dalla crisi al miracolo...............436
84 - Piombino agli albori dello sviluppo turistico.....................................................................441
85 - Dagli anni '60 ai '70......................................................................................................445
86- Il Sessantotto a Piombino...............................................................................................449
87- Dagli anni '70 al 2014....................................................................................................456
88- La crisi irreversibile (?) della siderurgia piombinese...........................................................475

Indice Analitico...................................................................................................................481
Bibliografia.........................................................................................................................495

 

POPULONIA, Dalle origini alla nascita di Piombino. Con numerose schede tratte da Antonio Minto, POPULONIA.
ENRICO BENI

foramto 17x24
Pagg. 320 anno 2021 €20,00
EAN 978-88-6615-219-4
NUOVA RISTAMPA AMPLIATA E AGGIORNATA!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Populonia, storia politico sociale dalle origini alla fondazione di Piombino

Prefazione

Questa storia di Populonia a metà tra il divulgativo e il saggio storico narra la storia di una delle città etrusche molto importanti dal lato mineralogico, metallurgico ed economico. Purtroppo le varie distruzioni della città compiute prima dai romani poi dai barbari hanno disperso i caratteri originali della città sepolti sotto le macerie, insieme a varie opere d'arte, per la maggior parte trafugate dai conquistatori dai templi e dalle piazze della città. Tra le opere di valore sfuggite poi ai tombaroli ci piace ricordare l'Apollo di Piombino, il cui originale è al Louvre, e un anfora d'argento di epoca romana ora al museo archeologico di Piombino.
Partendo dalla preistoria si è cercato di dare al lettore una visione d'insieme tenendo conto del principio che la storia è tutto quello che succede attorno a noi e non solo quella di alcuni aspetti o personaggi. La storia è come la vita: scorre lentamente e quasi anonima le piccole azioni quotidiane la costruiscono; e i grandi fatti (quando accadono), sono il frutto di questa somma di piccole azioni, come la goccia, che fa traboccare il vaso: solo allora ci accorgiamo che qualcosa è cambiato. Così attraverso i piccoli fatti politici sociali e ambientali abbiamo ricostruito la storia della città attraverso i secoli cercando di essere più esaurienti possibile. Numerose note e schede suggeriscono approfondimenti per chi vuole saperne di più, insieme alla bibliografia di cui ci siamo serviti per approfondire i periodi storici e documentare le ultime ricerche sul territorio.

Nel libro sono presenti dei collegamenti al WEB tramite l'App QR utili per approfondire i periodi storici e documentare le ultime ricerche sul territorio.
Buona Lettura

Indice
Prefazione..................................................................................................5

I Settantamila anni fa...................................................................................7
§ Schede Periodo Neo- Ellenistico del bronzo (A. Minto)..........................11
II La preistoria..........................................................................................15
III L'uomo cacciatore nascita della città.....................................................19
IV Compaiono gli Etruschi........................................................................23
§ Schede. Origine di Populonia (Matteo Milletti V. Acconcia)...................31
§ Schede. Periodo Villanoviano................................................................34
§ .Schede. L'industria mineraria (A. Minto)...............................................52
V La città di Populonia.............................................................................63
§ Schede. La città di Populonia da (A. Minto)...........................................73
§ Schede. Le ultime scoperte....................................................................79
§ Schede. Resoconto di alcune ricerche (A. Minto)...................................85
§ Cronistoria degli scavi parte I..(dalle origini al dopoguerra).....................91
§ Cronistoria degli scavi parte II. (dal dopoguerra a oggi)..........................96
VI L'organizzazione sociale e religiosa in età etrusca.................................101
§ Schede. Periodo di influenza attica (A. Minto).......................................123
VII L'arte etrusca....................................................................................151
§ Schede di approfondimento. La monetazione di Populonia.....................155
VIII La politica e l'economia etrusca.........................................................165
IX Populonia diviene città romana.............................................................171
X La vita in epoca romana........................................................................177
XI L'economia, la politica e le leggi in età romana......................................183
§ Schede. Populonia Romana (A. Minto)..................................................187
§ L'anfora di Baratti.................................................................................200
§ La villa di poggio del Molino.................................................................201
XII La religione in età romana..................................................................203
XIII La famiglia, la vita quotidiana........................................................... 209
XIV Le feste i giochi, il teatro e le terme...................................................211
XV Arriva il cristianesimo....................................................................... 217
XVI Arrivano i barbari............................................................................223
XVII I Goti e San Cerbone.....................................................................227
XVIII I Longobardi, papa Gregorio Magno.............................................231
XIX Ingresso nel “Regnum Italicum”, distruzione della città.......................237
XX I monasteri si San Quirico e San Giustiniano di Falesia.......................241
XXI Dal monastero di Falesia a libero comune di Piombino.................... 253
XXII Guerra tra Pisa e Genova, Piombino sotto Pisa...............................261
APPENDICE Varie vicende di Populonia dopo la sua distruzione...........265
Bibliografia............................................................................................306

 
Commenti dei lettori:

 Buongiorno,

mi chiamo Giuseppe Cavicchioli e sto leggendo il libro “ Storia di Piombino “ di E. Beni.

Dico la verità e mi ero avvicinato al libro pensando che sarebbe stato il solito polpettone come, sullo stesso tema, altri lo hanno preceduto.

Invece NO è un libro diverso, impostato in altro modo, scritto bene, facile da leggere, pieno di riferimenti e appassiona e poi ….. non so più che cosa aggiungere anche se vorrei.

Dico un’altra verità: non l’ho ancora finito di leggere; anzi sono agli inizi, ma solo per mia pigrizia e NON voglio aspettare a finire il libro per complimentarmi con l’autore, ma lo faccio già da adesso e sono alla pagina 110.

Mi piace, mi piace

Grazie Enrico Beni

Un grazie anche a Stefania che sicuramente lo avrà spronato, stimolato e ….

Grazi signori

Grazie alla “ la bancarella”

Giuseppe Cavicchioli

  Enrico Beni buongiorno,

tempo fa le scrissi un mio commento, sulla sua opera, quando ancora lo avevo appena iniziato a leggere.

Oggi, finalmente, ho finito di leggerlo e confermo il mio “ giudizio” a suo tempo espresso, anzi mi piacerebbe migliorarlo ed approfondirlo, ma non sono di esprimermi più di tanto.

Resta il fatto che: è da leggere, non è un “ mattone” come può sembrare con le sue 510 pagine, è reso gradevole per la sua suddivisione in capitoli, è scritto in modo fluido e comprensibile, ottimi i riferimenti, le fonti, la bibliografia ed i riferimenti storici di corollario che hanno avuto influenza su Piombino.

Grazie

Giuseppe Cavicchioli

 Alla cortese att.ne di Enrico Beni

Buongiorno,

sono Michele Muti, attualmente docente di religione cattolica presso la scuola media di Piombino, plesso Piazza Dante.
La volevo vivamente ringraziare poiché il suo libro "Storia di Piombino: Dalle origini ai giorni nostri" è per me fonte importante di storia e passione da comunicare agli studenti che incontro nelle mie ore di lezione. Pur avendo consultato nel tempo molti testi di storici anche locali sulle vicende del nostro territorio piombinese, ho trovato il suo testo un esempio perfetto di divulgazione storica anche per i "non adetti" o comunque per i molti, ahimè me compreso, che non hanno un quadro troppo preciso delle vicende storiche del territorio.
In particolare, riesce bene a comunicare la passione e la bellezza di questa storia ormai passata, nella consapevolezza di un presente in cui noi siamo immersi e in cui siamo chiamati a scrivere con le nostre scelte quotidiane la storia futura.

Per essendo nato alla fine del secolo scorso ho potuto vedere un paio di volte la libreria "La bancarella" che lei ha gestito per tanti anni: non credo ci siano molte parole da dire, se ancora ci sono tante e tante persone che si ricordano di quel luogo vuol dire che siete riusciti a creare un posto importante per la città: non un distributore di fogli rilegati ma luogo di dialogo per vivere.

Spero che la mia lettura le sia gradita, la ringrazio ancora per il suo libro,

Michele Muti

 

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