Numero uno della collana di fotografia dedicata a Piombino.
Roberto ha dedicato una serie di percorsi fotografici sulla sua
città di volta in volta riguardanti un aspetto diverso
che la sua sensibilità gli ha ispirato. L'obiettivo implacabilmente
fissa dei momenti particolari, non disconessi dall'aspetto culturale,
infatti alle foto sono via via allegati dei percorsi letterari,
storici e della memoria che si fondono idealmente in trait
d'union tra le foto e lo scritto. Il risultato è
una piacevole lettura che va oltre il visto ma che s'insinua
piacevolmente nel nostro animo lasciandoci più ricchi
di prima.
Da principio la fotografia non aveva una sua identità
specifica se ne facevano i più vari usi sia dal lato artistico
che magico. In preponderanza però fu usata
come ausilio dai pittori per i loro quadri infatti tutta una
serie di dipinti dell'Ottocento sono derivati direttamente da
fotografie, e perciò secondo Peter Galassi (1)
la fotografia è una legittima erede della tradizione pittorica
occidentale.
Cosa in cui è d'accordo anche Gisèle Friend nel
suo libro:
«Nei primi tempi del ritratto fotografico, si nota un fatto
di un interesse straordinario. La fotografia all'inizio del suo
sviluppo, quando aveva ancora una tecnica primitiva, godette
di una finezza artistica eccezionale.»
C'è anche chi afferma che questa invasione del mezzo sia
stata la causa per cui la pittura si fece astratta.
Le origini prime della fotografia si dice che debbano risalire
all' «invenzione quattrocentesca della prospettiva lineare.
Sotto l'aspetto tecnico si può dire che la fotografia
non è che un mezzo per produrre automaticamente delle
immagini in una prospettiche usate da Leon Battista Alberti nel
suo De Pittura, secondo il principio detto della
piramide. «All'apice della piramide sta l'occhio. La base
della piramide è il perimetro dell'immagine. L'immagine
è la proiezione sul piano intersecante di tutto quanto
è compreso dalla piramide, che si estende all'infinito».
Perciò le regole che il fotografo doveva e deve usare
si possono riassumere in tre momenti fondamentali.
- «1. deve scegliere la disposizione del soggetto oppure
(cosa praticamente equivalente) scegliere il momento
in cui rappresentare un soggetto dato;
- 2. scegliere il punto di vista;
--3. scegliere l'estensione della veduta, o in altre parole,
stabilire i confini dell'immagine.»
Uno dei fotografi che si distinsero negli ani '50 dell'ottocento
fu Félix Tournachon Nadar che nel 1853 (dopo quattordici
anni che la fotografia era diventata di dominio pubblico) aprì
uno studio fotografico a Parigi rue Saint Lazare. Ben presto
diviene uno dei fotografi più celebri a cui accorsero
per farsi fotografare tutti i personaggi più famosi.
«Le sue opere come quelle di altri fotografi che lavorano
in questo periodo, Carjat, Robinson le Gray ecc, possono inserirsi
a buon diritto nel campo dell'arte».
Questa affermazione rinforza così la tesi di Peter Galassi
che la fotografia è arte e figlia essa stessa dell'arte.
Oggi con questa collana vogliamo dare spazio ai fotografi
emergenti piombinesi la cui storia è narrata nel libro
di Pierluigi Galassi (da non confondere con il critico Peter
Galassi ) e che si trova nelle nostre edizioni (2) affinché
l'artista che in ognuno di loro possa esprimersi al meglio e
lasciare il segno a futura memoria-
Henry
1 Galassi, Peter Prima della fotografia: la pittura e l'invenzione
della fotografia / Peter Galassi Torino : Bollati Boringhieri,
1989.
2 Pier Luigi Galassi, FOTOGRAFI
E FOTOGRAFIA A PIOMBINO Nelle memorie di un fotografo. Con
un intervista impossibile a Renzo Chini e un monologo di Gianfranco
Arciero - cura Enrico Beni, Formato 20x21.
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