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EAN 9788889971772

Buccianti Orfeo, Un uomo è sempre un uomo, p. 69 € 10,00 Bross., Poesia n. 21 2010.

 

  a richiesta è disponibile la versione in e-book pdf Ordine E-book € 5,00


Fin da piccolo mi è sempre piaciuto scrivere, raccontare, “imbrattare” dei fogli immacolati di carta, con l'inchiostro, ma non avrei mai pensato di scrivere un giorno un libro di poesie. La poesia per me, è sempre stato qualcosa di superiore, direi la massima espressione, per chi scrive, il livello massimo d' espressività, che l'essere umano può raggiungere. Troppo in alto quindi, per le mie modeste possibilità intellettuali, tale raggiungimento. Ma evidentemente questo mio pensiero, non deve essere molto esatto, altrimenti non si spiegherebbe la nascita di questo mio scritto.
Tutto è cominciato in un Primo Maggio di un anno dello scorso secolo,quando invitato a festeggiare l'anniversario di matrimonio di un amico carissimo, non avendo i soldi per fargli un regalo, pensai di dedicare alla coppia due versi “sgangherati”, in un romanesco maccheronico, che voleva emulare l'ironia, del grande Trilussa, del quale mi era capitato di leggere “Er fattaccio”, poco tempo prima di quell'avvenimento, restandone favorevolmente impressionato. La cosa, devo dire che piacque,nel suo insieme, contribuendo notevolmente al rialzamento del tono brioso ed allegro della festa, soprattutto penso, piacque,per la sorpresa, poiché nessuno forse, si aspettava da me una simile performance.
Il “successo” riportato in quella circostanza, mi incoraggiò, ed in seguito, ci furono delle piccole composizioni musicali , che solo pochissimi intimi hanno avuto la sventura di ascoltare. Poi di tanto in tanto, per soddisfare questa mia “vena”, sono uscite delle piccole cose, alle quali non ho dato molta importanza, lasciandole chiuse in un cassetto,come delle reliquie, perfino timoroso, che qualcuno potesse vederle, figurarsi poi leggerle.
Venne poi l'anno 1997, con il quale raggiunsi l'età necessaria per andare in pensione. Da quel momento, avendo molto tempo a disposizione, durante la giornata, per non finire nella noia più completa, cercai dei diversivi per poter vincere quegli stadi di apatia, che spesso, sono l'anticamera della depressione. Per cui, per evitare eventuali cadute depressive, mi dedicai con più frequenza, a questo mio hobby, che è lo scrivere ed il comporre poesie. Non tanto perché mi occorresse una platea, ma per una necessità interna, per non sentirmi completamente inutile. In seguito, invecchiando, forse ho sentito anche il bisogno di una platea, (la vecchiaia fa brutti scherzi), verso la quale esibirmi, per conoscere con più precisione, le reali potenzialità di quanto da me scritto, direi per avere un confronto diretto con gli altri. Così “le reliquie”, sono uscite dal cassetto, si sono fatte “vedere” in giro, ed ascoltare, ed il mio alter ego, non ha saputo resistere alle lusinghe, ai canti delle sirene, che mi hanno convinto alla pubblicazione di questo libro.
Mi farà piacere che in molti possano leggerlo, non tanto per un fattore economico, (a settant'anni suonati, i soldi non credo che possano contare ancora molto) ma perché, le poesie sono costruite appositamente, per essere lette; anche se sono di un autore sconosciuto come me. Sono convinto di questo, anzi, è stato proprio questo pensiero, che ha avuto il sopravvento, al mio convincimento finale, per la costruzione di questa pubblicazione, che ho voluto intitolare:
“Un Uomo è sempre un uomo”
 

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Poesie in omaggio ai nostri lettori

IL FIGLIO MANCATO


Altero bello mi è piaciuto,
fin dal dal primo momento,
che a me vicino si è seduto.
Aitante, profilo pronunciato,
un capolavoro della natura
mi è sembrato.
Un figlio si bello
dal creato, ho sempre
desiderato.
Ritenendomi sfortunato
poiché mai, dalla vita un figlio
ho avuto.
Di quei genitori mi sono ingelosito,
la loro fortuna per un attimo,
ho invidiato...
Poi lo sguardo del ragazzo,
persa ogni lucidità, è rimasto
offuscato ,
i1 suo labbro in un ghigno,
che di dolor parea,
si è piegato.
Mentre il capo scuotea
con vigore, annuendo
eccitato.
il suo piede sinistro sbattuto
per terra, con fare ritmato,
mi ha spaventato.
Mentre la madre, premurosa,
con una dolce carezza,
lo ha calmato.
Quella dolce immagine,
il cuore mi ha colpito,
folgorato!
Mi son sentito piccolo, avvilito,
egoista, per aver “quella fortuna”
invidiato.
Restando in silenzio, muto,
rimuginando neri e commossi pensieri,
pentito.


37/08/2010

 

 

SAMIRA

Samira portando in cuor la morte
abbandona il suol natio
affronta le alte onde del mare
per cercare in altri Lidi miglior sorte.
L'ululato del vento spazza il barcone
dove trovano posto duecento persone
si reggono in piedi strette strette
da sembrar tante alici nelle scatolette.
Con indicibili sofferenze rimangono in piedi
per quattro giorni tra cielo e mare
sperando di veder spuntare tra alte onde
ad ogni alba le bramate sponde.
Giunge alfin Lampedusa in lontananza
e nel cuor di ognuno c'è esultanza
pensando di aver vinto la battaglia
ed aver così sconfitto la canaglia.
Ma lo sbarco è difficile e rischioso,
per 1'irruenza di un maroso
il barcone sugli scogli può rovesciare
depositando il suo carico Umano in mare.
Samira è spaventata non sa nuotare
la sua paura urla ha chi davanti a se le sta
mentre un 'alta ondata la barca assale
facendo insieme ad altri Samira nel cielo volare.
Su uno scoglio s'infrange la sua corsa
sbatte la testa nella roccia
che spegne la sua vita in quell'impatto
con il suo sogno prediletto.
In un ultimo anelito di vita
vorrebbe toccare con le dita
quella terra straniera agognata,
ma ricade immobile inerte
mentre tutto viene avvolto
dalle tenebre della notte.

15/04/2011

 

 

 

 

CAPIRE NOI STESSI


Ci scrutiamo dentro per capire chi siamo
ogni nostro movimento ascoltiamo
per conoscerci meglio lo facciamo
ma nonostante gli sforzi quasi mai ci riusciamo.
Crediamo di conoscerci
di saper perfettamente chi siamo
ma un nostro gesto inaspettato ci sorprende fatalmente
facendo saltare il pensier che di noi avevamo nella mente.
Incuranti di ciò, molto spesso vogliam tentare
di spiegare ad altri con prosopopea
la linea che dovranno adottare nella vita
finendo per apparire presuntuosi in maniera infinita.
E' triste dover constatare la nostra pochezza
facendo a noi stessi perfin tenerezza
perché se di noi stessi poco o niente capiamo
spiegare ad altri ed insegnar loro certamente non possiamo.

26/04/2011

 

 

 

 

 

 

 

 

IL CARBONAIO


Col volto annerito da polvere fossile
trascorre notti insonni sulla carbonaia
a guardia del fuoco che arde tra la legna
impedendo che la fiamma appaia.
Durissimo è il lavoro nel silenzio della notte
l'Uomo adatta l'orecchio al rumore più strano
riconoscendo il fruscio del volo notturno di un gufo
che andando a caccia plana poco lontano.
Nell'immenso silenzio della foresta
si consola ogni tanto con un bicchier di vino
per darsi coraggio e scacciar la solitudine
per ritrovarsi sveglio al mattino.
Il pensier suo corre al bambino
che ignaro dorme sulle "bacchiole" supino
cullato dalla mamma con amore
e per lui "spera" in un futuro migliore.
I pronipoti di quell'Uomo
in questo 1° Maggio di festa
vanno alla ricerca di "mestieri antichi"
ed il vecchio Carbonaio ritroveranno tra gli antichi Miti.
Scopriranno con stupore i pronipoti
che mestieri antichi come quello
svolti tra rischi e fatica in mezzo alla natura
possedevano il fascino dell' avventura.
Ed un fugace pensiero
nella mente loro
passa lieve e fugge via
come il canto tenue di una melodia

03/05/2011

 

 

SONO ARRABBIATO! ARRABBIATISSIMO!


Sento rabbia nel mio cuore
dentro me tanto rancore che non so più frenare
che esploderà con fragore.
i1 mondo nuovo non so capire
ogni cosa si vuoi ribaltare
ogni colore può cambiare
il rosso nero può diventare.Nessuno ha più pudore
la sfrontatezza non è un valore
ma oggi sembra debba trionfare.
Non c'è limite non c'è vergogna
tutti sfuggono alla “gogna”
l'assolutismo è divenuto imperante
non si ha rispetto neppur dell'infante.
Qual messaggio lanciamo ai ragazzi
se non quello di fare i pazzi
senza regole ne paletti
lamentandoci poi, se son degl' inetti.
Il nuovo che avanza è il benvenuto
ma il caos non è mai piaciuto
per cui torniamo a valorizzare
l'umana dignità e la sua razionalità.
La mia rabbia è contro i furbetti
sfrontati che azzannan feroci
coloro che con rispetto
si misurano al lor cospetto.
Infrangendo regole e palizzate
sguazzano nel fango in orge sfrenate
dicendo ad altri che son degli aguzzini
difendendo affari sporchi a loro affini.
È questo il motivo della mia rabbia
che non resterà per sempre in gabbia
esploderà insieme “ad altre rabbie” con furore
per spazzare via questo tumore.

Gennaio 2011