« Ma io lo so perché non ti azzardi a ballare
                con la Paola. Tu non sei veramente innamorato di lei. Tu sei
                innamorato della figlia del Generale caduto in guerra
 caduto
                alla testa dei suoi soldati
 del Generale medaglia doro
e
                via di seguito! Ah! Per te la guerra non è ancora finita.
                Si è rivoltato il mondo e tu sei ancora lì a pensare
                agli eroi e ai martiri
 a chi è morto e a chi non
                doveva morire
 a cosa è successo e a cosa non doveva
                succedere. Tu pensi a ieri
 e invece bisogna pensare al
                domani. Ma tu sei un ragazzo riflessivo
 ti fai lesame
                di coscienza tutte le sere! Bravo
 bravo! Sei un ragazzino
                per bene!» 
                Pensare al domani
 lo diceva anche il Duce: il passato
                è dietro le nostre spalle, lavvenire è nostro,
                e non gli è andata bene! |  
               
             
            Siamo nel 1940, 18 giorni dopo l'inizio della guerra
            arriva la notizia dell'affondamento della motonave Paganini
            carica di truppe. Questo provoca in Luigino: il protagonista
            principale, vissuto nei principi e nelle illusioni del fascismo;
            l'inizio di una crisi esistenziale e formativa.  
            Attraverso Luigino, la sua famiglia, i suoi compagni di collegio
            a Volterra l'amicizia con Duilio che viveva a mezzadria nel suo
            podere colonico posto nel comune di Montaione, l'autore, traccia
            un affresco vivo di una comunità rurale e cittadina, in
            un periodo buio e storico per il nostro paese. Le speranze, le
            illusioni, e la scoperta di nuove dignità fanno da filo
            conduttore al romanzo coinvolgendo il lettore nelle vicende di
            un mondo ancestrale che non esiste più. 
            Il ragazzo che perse la guerra oltre che essere un
            romanzo di formazione è anche la fotografia di una società
            divisa profondamente per condizioni economiche e per diritti
            acquisiti, che la guerra riuscirà a mettere in crisi,
            con speranze di nuove libertà, ma anche con nuove divisioni,
            mancate accettazioni dei nuovi ruoli imposti dalla storia, e
            che ancora ci portiamo dietro.  |