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I minerali sono vivi, la loro vita è semplice, ma proprio per questo vicina all’Origine, alla Creazione e quindi al Divino.

 

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La Bancarella dal '47 al 2009
 

 

Collana Miniere e Minerali

 
 
MINIERE E MINERALI DI CAMPIGLIA MARITTIMA
Roberto Nannoni, Marco Pistolesi, Roberto Rossi
pp. 164 anno 2012 18,50
EAN 9788866150480
Coll. Miniere e Minerali n. 1
100 foto a Col. e 54 B/N. con carte e mappe. 
foto presentazione a Campiglia M.ma
   
   
   
   


La Bancarella Editrice
Via Della Repubblica n. 47
57025 Piombino (Li)
Telefono 0565.221959
Fax 0565.221959

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Meditando sui minerali, sui cristalli e sulle pietre preziose per penetrare i segreti delle loro strutture geometriche, ci avviciniamo alla vera scienza, la scienza dei princîpi.

Un giorno potremo così andare a visitare le viscere della terra per vedere come gli spiriti della Natura lavorano su tutto il mondo minerale; visiteremo i suoi cantieri dove miliardi di entità intelligenti si sforzano più che possono di riprodurre sulla terra la bellezza e la perfezione del Cielo.

In realtà, nessun minerale, fosse anche il più prezioso, riuscirà mai a riflettere esattamente la bellezza celeste, che è ineguagliabile. Il mondo fisico è lontano dal poter essere paragonato al mondo divino, ma almeno può talvolta darcene un'immagine.

Le pietre preziose, tutte quelle meraviglie che ci offre la terra, sono altrettanti riflessi del mondo divino: esse ci ricordano, per così dire, la purezza, la trasparenza e la lucentezza del Cielo."

Omraam Mikhaël Aïvanhov

da: http://www.cerchiumvitae.it/regno-minerale.htm


"Molti dei miei ricordi d’infanzia sono legati ai metalli - come se avessero esercitato su di me un potere immediato. Spiccando sullo sfondo di una realtà eterogenea, si distinguevano per la lucentezza, il bagliore, l’aspetto argenteo, la levigatezza e il peso. A toccarli erano freddi, e quando venivano percossi risuonavano.
Mi piaceva il giallo dell’oro, e quel suo essere così pesante. Mia madre si sfilava dal dito la fede nuziale e me la lasciava tenere in mano per un po’ mentre mi parlava della sua inviolabilità, di come non si annerisse mai. ‹‹Senti com’è pesante›› aggiungeva. ‹‹Più pesante del piombo››. Che cosa fosse il piombo già lo sapevo, perché avevo maneggiato un pezzo di tubatura, fatta di quel metallo tenero e pesante, che l’idraulico aveva dimenticato a casa nostra. Anche l’oro era tenero, mi spiegava mia madre, e perciò solitamente lo si rendeva più duro combinandolo con un altro metallo.
Lo stesso accadeva col rame: lo si univa allo stagno per ottenere il bronzo. Bronzo! - solo il suo nome era per me come uno squillo di tromba, giacché il suono stesso della battaglia era un vivace cozzare di bronzo su bronzo, lance di bronzo su scudi di bronzo, il grande scudo di Achille. Altrimenti, il rame si poteva legare allo zinco, raccontava mia madre, e in tal caso si otteneva l’ottone.(da Oliver Sacks in "Zio Tungsteno")




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